Il pollo biologico della Cavallara è una frittata per la Valmarecchia
A margine del dibattito sull'allevamento riemerge la questione sulle potenzialità turistiche inespresse

di Riccardo Valentini
In Alta Valmarecchia ferve il dibattito sul nuovo allevamento di polli, o meglio l'allevamento di polli in ricostruzione in località Cavallara a Maiolo. Nell'incontro pubblico organizzato dal comitato per la Valmarecchia, che unisce i cittadini contrari all'allevamento, diversi relatori hanno posto l'accento sulla bellezza del territorio, da tutelare, e sulla necessità di elaborare progetti di sviluppo turistico del territorio, che se fossero stati attuati, ora avrebbero messo in dubbio la nascita del nuovo allevamento, anche se il sindaco di Maiolo ha replicato, confutando questa tesi.
Intanto i lavori per lo stabilimento Fileni sono già iniziati. I segni del cantiere sono infatti evidenti durante la passeggiata quotidiana: capannoni vecchi in demolizione, capannoni nuovi in costruzione, camion che trasportano grandi colonne e strutture di ferro, i campi recintati e i cartelli di inizio e fine cantiere. Il comitato proseguirà le proprie battaglie, ma a noi in questo momento preme anche porre l'attenzione su un tema, il turismo, che nel corso degli anni è stato colpevolmente trascurato.
Lo abbiamo evidenziato in più di un'occasione: il nostro territorio avrebbe dovuto sviluppare delle strategie, sul tema turismo, in maniera coordinata tra i sindaci dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia. Un progetto unitario e un marchio di promozione del territorio, come hanno già iniziato a fare in Valconca, con il tour dei campioni che sarà promosso nelle fiere nazionali e internazionali del turismo.
Le potenzialità turistiche di questo territorio sono inespresse. L'area interessata dal cantiere, che oggi ha acquistato una grande notorietà anche al di fuori dei confini riminesi (arrivando fino alle pagine del Corriere della Sera), è una parte del percorso ad anello molto amato da cicloamatori, podisti ed escursionisti, ma anche da chi vuole farsi una semplice passeggiata, che prende il via in zona Avamposto a Novafeltria, luogo in cui è collocata la scultura in onore di Ivan Graziani, una riproduzione maxi dei suoi occhiali rossi. Dieci km con visuali mozzafiato, la Rocca di Maiolo da una parte e dell'altra il Monte Pincio e il borgo di Talamello, in mezzo il fiume Marecchia, in sintesi uno scorcio pittoresco della bella Valle. Una zona ideale appunto per chi vuole praticare attività sportiva, senza dimenticare le falesie della Rocca di Maioletto che permettono agli scalatori di cimentarsi nelle arrampicate, proprio a pochi metri dal nuovo allevamento.
La Valmarecchia è bellezza paesaggistica, ma non solo: è un territorio ricco di cultura e arte, è un'eccellenza dal punto di vista eno-gastronomico. È un gigante dormiente.
Come abbiamo scritto più volte, in Valmarecchia è mancata cooperazione da parte dei sette Comuni: non c'è stata una visione progettuale sul futuro della Valle, non c'è un progetto comune sul turismo, non c'è un marchio che possa identificare, sul mercato turistico, questi sette Comuni. L'Alta Valmarecchia conta circa 18.000 abitanti, un quartiere di Rimini, tuttavia ogni Comune continua a procedere con politiche proprie. Eppure i problemi di Maiolo, San Leo e Talamello sono gli stessi di Novafeltria, di Pennabilli, di Casteldelci e di Sant’Agata Feltria. Comprendiamo che esercitare la funzione di sindaco in questi piccoli Comuni non è facile, siamo certi che tutti danno del loro meglio, sacrificando tempo a famiglie e lavoro per gestire al meglio questi territori, ma servono anche delle sinergie. Se si vuol puntare sul turismo, occorre stabilire una strategia, sviluppando punto per punto, di comune accordo. E cercando anche la "sponda" nei privati.
Pensiamo, tornando all'incontro di sabato scorso, a un intervento in platea di un cittadino che ha parlato del piccolo borgo "La Piega" (vedi fotogallery) nel comune di San Leo, sempre nei pressi della Cavallara: i privati qui hanno ristrutturato le case, utilizzando materiali sostenibili, gli stessi delle pietre presenti in zona, proponendole sul mercato degli affitti brevi per il turismo slow, che però rimane, come detto, una potenzialità non sviluppata del territorio dell'Alta Valmarecchia, così come il cicloturismo, che del turismo slow sarebbe il fulcro: non a caso nei pressi de "La Piega" c'è il passaggio dei ciclisti della 9 Colli, la celebre manifestazione ciclistica ripresa anche dalle telecamere Rai.
Una bella vetrina, in sostanza.
Tuttavia la ciclabile Rimini-Novafeltria rimane nel limbo, mentre si progetta la ciclabile Rimini-San Marino, con il tracciato che coinvolgerebbe anche Riccione. Un progetto assolutamente meritevole di realizzazione, ma che come effetto collaterale taglierebbe praticamente "le gambe" all'Alta Valmarecchia sul fronte del cicloturismo, già ben sviluppato in Riviera con i bike hotel. Un passo avanti sotto questo fronte, per la Valmarecchia, è rappresentato dalla passerella di Saiano (San Leo), che collegherà i tracciati provenienti da Rimini a quello proveniente da Novafeltria, e che dovrebbe essere pronta entro l'estate 2023. Ma non basta. Servirebbero interventi sostanziosi, in primis di riasfaltatura, per riqualificare un percorso di 40 km che collega il mare al cuore della Valmarecchia, un "tesoro" di storia, di colori e profumi. E poi segnaletica ad hoc per i percorsi e per illustrare, attraverso specifici nomi, le eccellenze dei vari territori. La ciclabile però non avrebbe solo rilevanza dal punto di vista turistico, ma con la larga diffusione delle biciclette elettriche, diventerebbe anche un'importante via di comunicazione per collegare Novafeltria a Rimini: senza impattare sull'inquinamento e senza problemi di parcheggio, come avviene con l'auto.
Senza una cooperazione tra le amministrazioni comunali, è purtroppo difficile, se non impossibile, far valere le ragioni della Valmarecchia nei tavoli provinciali e nei tavoli regionali. Il gigante resta dormiente: il territorio continua a soffrire di grave spopolamento e il suo tessuto economico-sociale è in crisi. Piuttosto che cercare colpevoli, persone da mettere alla gogna, celebrare processi per definire colpevoli e assolti, è tempo di iniziare a cercare soluzioni unitarie, prima che ben altre frittate siano ben cotte.