Calcio: zoom su Andrea Sottil

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Andrea Sottil è l’ultimo dei gladiatori. Si dice che abbia fatto parte della spedizione dei Mille, quando l’amico Garibaldi si  rivolse a lui trovò un condottiero valido e coraggioso. Oso definire cosi la carriera di un atleta esemplare.

Cresciuto nelle giovanili del Torino, si trasferisce alla Fiorentina targata Rui Costa e Batistuta.  Andrea non trova molto spazio anche perché davanti aveva l’allora campione del mondo Marcio Santos una delle più note meteore approdate nel nostro campionato. La sua abilità nel gioco aereo e la sua perfezione nei duelli uno contro uno lo rendono protagonista di stagioni perfette nella massima serie divise tra Fiorentina, Atalanta, Udinese, Reggina, Catania, in mezzo una parentesi in B nel primo Genoa targato Preziosi.

Il resto è storia odierna,un lungo corteggiamento dell’Avellino, ma poi la scelta di approdare a Rimini. La sua esperienza in Romagna è stata fino ad ora quasi perfetta, sia con Milone che con Rinaldi si è vista una coppia di difensori centrali ben assortita, questo anche perché Andrea si è sempre dimostrato un leader sia fuori che dentro il campo. Mai una parola fuori luogo, sempre pronto a prendersi le proprie responsabilità , ad analizzare il momento biancorosso che fino ad ora è stato a fasi alterne. Sempre disponibile con i giornalisti, la sua dialettica è perfetta è davvero un piacere parlare di calcio con lui, con uno  che pur sapendo di fare un mestiere che lo rende visibile a tutti, è semplicemente se stesso, in un’unica parola: uomo. Analizzando il calciatore se proprio devo trovargli un difetto dico che va in difficoltà con gli attaccanti veloci, questa sua mancanza però riesce a colmarla giocando d’anticipo e usando anche il famoso messaggio che l’allenatore insegna fin dai tempi dei pulcini: ”atterrare l’avversario in maniera intelligente, rimediando quando è necessario anche il famoso cartellino giallo”. 

Beh inutile dirlo, Andrea sa bene quando è il caso di farlo,come sa che quando è necessario occorre anche buttare la palla fuori, se il Rimini ha ottenuto risultati importanti fino adesso, vedi Brescia e Mantova, il merito è anche suo. Vedendolo giocare a 36 anni cosi bene, viene da dire: ”La prossima esperienza in A sarà col Rimini”? Dopotutto sognare è lecito e come ognuno di noi sa, la speranza è l’ultima a morire.

Daniele Manuelli

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