‘Camere a ore’ nel residence di Miramare, nelle stanze una trentina di ragazze. Padre e figlio sotto processo

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Lo sciopero degli avvocati penalisti ha provocato lo slittamento dell'udienza del processo su un caso di tolleranza e favoreggiamento della prostituzione che vede imputati due gestori di un residence di Miramare: padre e figlio di 70 e 23 anni, oltre a due romani di 56 e 68 anni impiegati come tuttofare nella struttura. Il procedimento è stato rinviato al prossimo novembre. Gli imputati, difesi dall'Avvocato Massimiliano Orrù, sono accusati di essere stati al corrente dell'attività di prostituzione portata avanti da una trentina di ragazze dell'Est Europa, che pubblicizzavano i propri servizi su Internet o cercavano i clienti, adescandoli sulle strade. La Finanza, durante attività mirate ad accertare la presenza di lavoratori in nero, si insospettì vedendo ragazze giovani che si accompagnavano a persone sempre diverse. Il traffico di clienti, nel residence, era particolarmente consistente in occasione degli eventi fieristici e congressuali di Rimini. I finanzieri, nelle indagini, hanno documentato l'arrivo di auto e furgoncini carichi di uomini in cerca di avventure. Le prestazioni offerte arrivavano a costare anche 80 euro.

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