Investì a Misano un 60enne e si allontanò perchè era buio, assolta automobilista

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Aveva urtato con la propria automobile un uomo, provocandone la morte. Giovedì una 33enne riminese è stata assolta dall'accusa di omicidio colposo per contradditorietà della prova. I fatti risalgono alle 20 del 7 gennaio 2008. La ragazza, alla guida di una Citroen Charleston 2CV, aveva imboccato via Agina a Misano. Improvvisamente un urto: a causa della scarsa illuminazione proseguì il cammino, fermandosi alla prima casa e chiedendo aiuto. Era impaurita, immaginando di aver ucciso un animale. Il sopralluogo all'auto, con le torce, fece invece emergere la verità: a terra c'era un uomo, con una grave ferita al capo. Vano il trasporto in ospedale: il ferito morì poco dopo. Si trattava di un 61enne di origine serba, visto qualche minuto prima da alcuni testimoni mentre attraversava una rotonda barcollando. Indossava abiti scuri e nella tasca aveva una bottiglia di Jack Daniels ancora chiusa. Il tasso alcolemico dell'uomo era elevato: oltre i 2 mg\l. 

Il Pubblico Ministero aveva così chiesto l'archiviazione del caso: l'uomo barcollando era caduto in un fossetto ai bordi della strada e proprio mentre risaliva è passata la Citroen, colpendolo al capo. Secondo il pm, non c'era stato alcun investimento, visto che il resto del corpo era privo di ferite. Il Gip chiese invece il rinvio a giudizio della riminese: c'era il dubbio relativo all'utilizzo degli abbaglianti, che avrebbero potuto aiutare la donna ad evitare l'urto. Difesa dall'avvocato Piero Venturi, la 33enne ha invece spiegato di averli usati, ma la scarsa potenza dei fanali dell'auto d'epoca non l'ha aiutata a vedere l'improvviso "ostacolo". A favore dell'automobilista l'andatura della vettura: 40 km\h, secondo la perizia disposta in Tribunale. Anche la mancanza dei segni di frenata ha dato credito all'ipotesi che il movimento del 61enne fosse stato brusco e avesse reso inevitabile l'impatto.

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