Pronto soccorso: codici non gravi affidati a infermieri, Ausl difende il progetto

Dall’aprile 2023 all’ospedale Infermi aprirà l’ambulatorio a gestione infermieristica

Infermieri REPERTORIO

Dopo le numerose critiche arrivate dai sindacati, l'Ausl Romagna difende il progetto dell'ambulatorio a gestione infermieristica che sarà aperto all'ospedale Infermi di Rimini dall'aprile 2023. Nessun infermiere sarà costretto a fare il medico, come sottolineato dai sindacati, ma sostanzialmente si vuole evitare il caso opposto: con l'ambulatorio a gestione infermieristica, nessun medico dovrà più svolgere compiti che potrebbe delegare a un infermiere, nella fattispecie problemi clinici preventivamente individuati, con bassa intensità di cura. L'Ausl cita alcuni esempi: cambi di medicazione o bendaggio, eritemi solari, arrossamenti cutanei, punture di insetti. Casi inoltre che non dovrebbero giungere al vaglio del personale del pronto soccorso, ma essere trattati negli ambulatori infermieristici territoriali (le Case di comunità o Case della salute). L'Ausl precisa che "questo modello assistenziale non può essere applicato alla gestione delle sintomatologie che necessitano approfondimenti specialistici: casi di dolori addominali, sintomi neurologici, problematiche cardiovascolari o respiratorie". 

I vantaggi sono "una riduzione delle attese e dei tempi di permanenza dei pazienti con codici di bassa intensità che ricorrono al pronto soccorso per condizioni di urgenze minori". Per evitare dunque che si attivi il percorso di tutti gli accessi al pronto soccorso, che come primo passaggio prevede la visita medica, e che i medici siano appunti utilizzati in funzioni generalmente svolte dagli infermieri.

Il paziente comunque potrà esprimere la propria volontà e dichiarare di essere trattato nell'ambulatorio medico del pronto soccorso, effettuando il percorso tradizionale. Altrimenti si applicherà il protocollo di riferimento e il paziente sarà affidato al personale infermieristico, venendo preso in carico in una determinata area del pronto soccorso, contigua alla Continuità Assistenziale e idonea allo svolgimento delle funzioni previste dai citati protocolli medico-infermieristici, approvati dalla Direzione Sanitaria. L'infermiere, in possesso di formazione specifica, "applicherà le procedure del caso e, previa condivisione con il medico, assicurerà il completamento del percorso".

A Rimini gli infermieri coinvolti sono stati identificati in relazione alla loro esperienza e competenza in triage (pari ad almeno 3 anni) e verranno formati da medici esperti. Il corso prevede 120 ore formative suddivise in 60 ore di formazione residenziale e 60 di formazione sul campo. L'attività verrà monitorata "al fine di valutare ed identificare punti critici ed aree di miglioramento".

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