Parla Gessica, ‘Tavares ha scelto la data per sfregiarmi’: stesso giorno del 2011 si impiccò il fratello di lei

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"Mentre l'acido mi mangiava la faccia io, in ginocchio, pregavo Dio: toglimi la bellezza, ma lasciami almeno la vista". Gessica Notaro, 28 anni, l'ex Miss Romagna riminese sfregiata il 10 gennaio dall'ex fidanzato Edson Tavares, capoverdiano, racconta a Panorama, in edicola domani, il suo calvario. "Mi aveva minacciato quando lo denunciai, un anno fa, e minacciava spesso anche di togliersi la vita dopo avermela fatta pagare… La sera del 10 gennaio immaginavo di ritrovarmelo sotto casa perché aveva telefonato più volte a mia madre. Nonostante gli obblighi domiciliari ai quali era stato sottoposto, infatti, Edson Tavares era libero di andare in giro a tutte le ore e di avvicinarsi a casa mia". La giovane, che lavorava all'Acquario di Rimini come addestratrice di leoni marini, racconta che proprio il 10 gennaio di sei anni fa si era tolto la vita, impiccandosi, suo fratello. E che "Tavares non a caso ha scelto la stessa data" per tenderle un agguato. Ha aspettato, secondo il racconto della donna, che lei tornasse da una cena e si è scagliato contro di lei uscendo dal retro in un'auto in sosta per versarle l'acido sul viso e poi fuggire.
"Ho cercato di restare lucida", ha detto Gessica. "Sapevo che non dovevo toccarmi il viso con le mani e sapevo anche che non dovevo sciacquarmi… Mi sono fatta portare subito da mia madre all'ospedale mentre sentivo che l'acido mi entrava negli occhi e cominciavo a vedere sempre di meno". Con il viso completamente avvolto da una garza, Gessica Notaro – anticipa ancora Panorama – "ha rivelato quanto la legge si sia dimostrata distratta e inefficace di fronte al suo caso. E quanto sia ingiusto che il viso delle vittime resti deturpato a vita mentre le pene degli aggressori si limitino a pochi anni". La giovane, che ha già affrontato tre interventi chirurgici, deve sottoporsi a nuove operazioni e a cure costose ma, ha detto, "voglio aiutare le donne che rischiano di fare la mia stessa fine a uscire dal loro incubo".

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