"Gli emendamenti bipartisan presentati dai senatori Poretti e Malan sono l'espressione più evidente dell'attuale degrado sociale. E' sconcertante sentire rappresentanti dello Stato preoccuparsi di aiutare le finanze italiane volendo tassare le vittime della tratta e della prostituzione. Purtroppo questi politici, non conoscendo la vera realtà della prostituzione, pensano alla regolamentazione del meretricio non soltanto come la soluzione del problema, ma addirittura vogliono guadagnarci, a discapito della vita e della dignità di tante donne sfruttate". E' il commento di Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, agli emendamenti alla manovra che introducono una 'tassa' sulla prostituzione. "Questi emendamenti - prosegue Ramonda - vanno verso la direzione sbagliata, opposta al disegno di legge Carfagna che invece continuiamo a sostenere, nella speranza che il ministro possa difenderlo e realizzarlo così come ha fatto egregiamente con altre leggi importanti a favore dei più deboli. Per questo, ancora una volta, ci appelliamo all'on.Carfagna affinché il ddl non venga stravolto, tenendo conto che sulle strade e nei locali vi sono migliaia di giovanissime donne schiavizzate e sfruttate dalle organizzazioni criminali. Uno Stato non può mettersi dalla parte di chi schiavizza e sfrutta, tortura e compra il corpo dei più deboli. I nostri politici si comportino più da veri padri che da clienti, tutelando queste ragazze che potrebbero essere le loro figlie. Bisogna colpire duramente la domanda e quindi la causa che permette questo ignobile mercato. Ci appelliamo anche al Presidente del Consiglio perché dimostri di tenere veramente alla libertà di tutti, cominciando con la liberazione di coloro che sono realmente schiave: le oltre centomila donne vittime della prostituzione coatta".