Era già un predestinato dai tempi della primavera del Brescia e della nazionale Under 20. Fosse per i tifosi del Cesena, forse ora giocherebbe in C2. Mario Somma, allenatore del Piacenza, aveva visto bene l'anno scorso, quando decise di promuovere come titolare dopo le partenze di Agliardi, Santoni e Arcari (ora suo vice) il giovane portiere cresciuto nel vivaio della Fiorentina, che aveva in curriculum quasi trenta partite in serie B. Emiliano Viviano è uno dei pochi portieri di talento di cui si può fregiare il calcio italiano: la partita straordinaria con il Lecce, 10 parate decisive, di cui almeno tre miracolose, lo dimostra appieno.
Viviano gioca consecutivamente da 70 partite come indiscusso titolare delle rondinelle, ha rafforzato il fisico e migliorato nei fondamentali, ha contribuito alla qualificazione alle olimpiadi della nazionale Under 21 e ha un futuro radioso davanti. Considerato la crisi che affligge i nostri estremi difensori, perchè non convocarlo come terzo portiere all'Europeo, in modo tale da fargli fare un po' di esperienza, piuttosto che portare Curci, mai impiegato a Roma, oppure il pluripanchinaro De Sanctis ?
Diverse squadre di serie A sono pronte a contendersi le sue prestazioni quest'estate: con la speranza che gli possa essere data fiducia anche nella massima serie e che gli vengano perdonati quei peccati di gioventù che inevitabilmente compierà. Sarebbe un controsenso acquistare Viviano e fargli fare panchina, magari dando fiducia al solito portiere brasiliano oppure al 32enne italiano che dopo una vita in panchina si ritrova titolare. Viviano lo merita: troppi portieri di talento sono stati cannibalizzati, schiacciati dal confronto con il monumento Buffon. E ora che la superstar arriva al giro di boa dei trenta, con problemi alla schiena, bisogna pensare, senza indecisioni, al futuro, a chi potrà prenderne l'eredità.
Riccardo Giannini