Riceviamo e pubblichiamo:
Il comitato "SI , per precisa scelta e nel rispetto del periodo elettorale, si limita al resoconto dei fatti lasciando i commenti alla politica.
17.marzo.2008 : una giornata nera per la democrazia.
L Assemblea del Consiglio Regionale della Regione Marche ha finalmente portato in discussione il parere da inoltrare al Parlamento che il Governo ha richiesto secondo il disposto dellart.132 della Costituzione. Questa legge della Repubblica Italiana prevede che uno o più Comuni facciano istanza per chiedere laggregazione ad una regione diversa da quella di appartenenza.
I cittadini dei sette Comuni dell Alta Valmarecchia hanno formato nel 2005 un Comitato promotore e hanno chiesto e ottenuto dalla Corte di Cassazione un referendum che per la prima volta in assoluto in Italia vedeva chiamati al voto i residenti di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant Agata Feltria e Talamello,cioè sette comuni insieme. Una scelta di campo nuova, che molti giuristi ritenevano perfino impossibile, motivata dalla volontà di salvaguardare il valore aggiunto di una valle unica e di un territorio segnato da un comune destino. Ottenuto il parere favorevole al referendum i cittadini hanno costituito il Comitato per il SI e affrontato una campagna referendaria che, trovando contrarie tutte le istituzioni pubbliche e la miriade dei loro favoriti e collegati, le associazioni di categoria e i sindacati, la Camera di Commercio,con i poteri forti e le fondazioni, le segreterie dei Partiti della provincia di Pesaro e della Regione Marche, sembrava persa in partenza, più temeraria che impossibile. Il risultato del 84 % di SI al referendum, con il superamento di un quorum che penalizzava i piccoli Comuni che hanno subito nel tempo una forte emigrazione, ha stupito tutti ma non noi che sapevamo di avere il consenso e il sostegno della nostra gente.
Una conferma segnata dalla nostra storia e dalla nostra cultura, dalle tradizioni, dagli usi, dai costumi, dalle ragioni delleconomia e da quelle del cuore. Bene,seguite le disposizioni di legge,nessuna esclusa, tutti i nostri Comuni hanno ripreso le istanze e le delibere che dal 1816 in poi le genti della Valmarecchia hanno inoltrato ai governi e alle istituzioni, hanno tutti approvato e condiviso la volontà liberamente espressa con il metodo del confronto democratico, per volere del popolo. Non solo, dopo aver approvato con delibere unanimi le ragioni del referendum hanno modificato, a futura memoria, tutti gli statuti comunali, in tutti e sette i Comuni e in Comunità Montana, inserendo negli stessi lobbligo a ricercare, oggi e nel futuro, l aggregazione alla nostra regione di appartenenza, la Regione Emilia Romagna, la Romagna, la provincia di Rimini. Lart. 132 prevede che debba decidere con una legge il Parlamento,sentito il parere obbligatorio ma non vincolante delle regioni interessate. Il Governo italiano, con il Disegno di Legge del 05.04.2007 ha chiesto alle due regioni interessate i esprimersi. Il Governo italiano,non il Comitato del SI: E del tutto ovvio che non si può andare in casa daltri se non cè la volontà di essere accolti : il Consiglio Regionale dell Emilia Romagna il 14.novembre.2007 ha dato il suo parere favorevole allaggregazione dei Comuni della Valmarecchia con decisione unanime. Per completare liter della legge mancava il parere della regione Marche, ritardato volutamente al fine di danneggiarci e farci perdere tempo. Il 25 febbraio 2008 la Giunta della regione Marche, pressata dalle imminenti elezioni, ha deciso di presentare un testo di delibera dove da una parte si ammettono le mille ragioni che abbiamo per chiedere di cambiare regione e dallaltra si annuncia un voto non favorevole !. La settimana scorsa la I° Commissione Affari Istituzionali ha chiesto laudizione dei Sindaci,che hanno ribadito le delibere fatte a favore del progetto referendario e del Comitato del SI che le ha logicamente confermate. Ieri il dibattito in Assemblea : disinformato e superficiale,senza partecipazione emotiva, un atto burocratico dove ciascun consigliere ha giocato la parte assegnata senza preoccuparsi minimamente del fatto che stava condizionando il futuro di questa vallata. Le 100 persone che hanno lasciato impegni familiari e di lavoro per recarsi in Ancona ad assistere al dibattito hanno vissuto una giornata che non dimenticheranno e che li allontanerà ancor più dalla politica, da questa politica che considera il cittadino un suddito e la democrazia una pura enunciazione verbale. Tutti abbiamo capito, tornando a casa che questa Regione che prima ci era lontana, ora ci è del tutto estranea.
COMITATO SI
per unavalmarecchia In Emilia Romagna.