La draga della Geat ripasce la spiaggia a Riccione

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La draga “Riccione II” della Geat è al lavoro all’imboccatura del porto canale di Riccione per il ripascimento della spiaggia. Un’operazione coordinata con la Capitaneria di Porto ed il suo comandante Saverio Trani. E’ un lavoro particolarmente importante per due motivi: il primo, perché la sabbia pescata dal fondo marino sarà poi “spalmata” nelle zone della spiaggia di Riccione che ne hanno più bisogno in chiave antierosione; il secondo, perché in questo modo si libera l’imboccatura del porto canale.

Tecnicamente, cosa succede? Il disgregatore (il tubo “a becco” che viene tuffato in acqua) della “Riccione II”, aspira la sabbia in eccesso davanti all’entrata del porto canale arrivando ad una profondità pari almeno a 1 metro e 80 cm. Questa sabbia “risucchiata” dal fondale viene convogliata all’interno di tubi di gomma (la cui lunghezza è 300 metri), che partono dalla draga ed arrivano, attraversando la “palata”, fino alle zone dei bagnini 88, 89 e 90 a levante del porto e 91, 92 e 93 a ponente. Lì, la sabbia viene “sparata” all’interno di enormi vasconi di sabbia (sono lunghi circa 90 metri e larghi 25), costruiti in precedenza da una ruspa. I vasconi sono dotati di due tubi d’imbocco che servono ad eliminare l’acqua che, inevitabilmente, viene risucchiata dal fondale assieme alla sabbia del porto.

“Non è tutto – spiegano Renato Modanesi ed Eros Matteini, – rispettivamente capitano e marinaio della “Riccione II” – quando si termina di risucchiare sabbia davanti all’imboccatura del porto canale, la draga si sposta a levante e a ponente del molo. Lì, col disgregatore, continuiamo a prelevare sabbia creando, di fatto, due grandi buche sul fondale. Le correnti provvederanno pian piano a riempirle evitando così che la sabbia torni ad ostruire in poco tempo l’imboccatura del porto”.

Nelle foto: la draga e le tubature che si dipanano verso la spiaggia; la parte terminale delle tubature che getta sabbia ed acqua nei vasconi.

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