Sono stati 350 gli appassionati delle due ruote ad affrontare domenica nella 2° edizione della Granfondo di San Marino Marco Pantani. Ad abbassare la bandiera dello start, davanti al centro sportivo Serravalle alle pendici del Titano, è stato il padre del Pirata, Paolo. La manifestazione si è, infatti, svolta in collaborazione con la fondazione Pantani e parte delle quote discrizione alla gara sono destinate a sostenere le attività educative e di promozione sportive di questa istituzione.
Ognuno dei concorrenti, con iscritti da tutta Italia, dal Trentino Alto Adige alla Puglia, ha potuto scegliere fra tre percorsi di diverso chilometraggio, tutti tracciati dallo storico direttore sportivo di Pantani, Pino Roncucci. Le diverse distanze, tra i 90 e i 125 kilometri, hanno così consentito a tutti gli appassionati di pedalare lungo le salite del monte Carpegna, con il durissimo strappo finale del Cippo. Un percorso che linarrivabile Pirata percorreva nellincredibile tempo di 16 e 22, mentre il più veloce dei concorrenti dellodierna Granfondo, Cesare Pesciaroli, ha fermato il cronometro sui 29 e 5.
Ed è proprio questa la caratteristica principale della manifestazione non correre contro gli altri partecipanti, ma confrontarsi con il ricordo di uno dei più grandi fuoriclasse della storia del ciclismo e con prestazioni ancora oggi al di fuori della portata anche dei grandi del professionismo. Quindi, anche le premiazioni hanno seguito, comè ormai tradizione, la via del sorteggio e non del riscontro cronometrico. Certamente il più felice è stato il giovane romano di 25 anni che, aiutato dalla dea bendata e non dal pedale, è tornato casa con il premio più ambito un telaio da corsa di John Pellizoli.