A Rimini vengono fatti pagare agli utenti del servizio idrico, domestico e alberghiero, i maggiori costi di smaltimento dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione cittadini, che non sarebbero più idonei ad uso agricolo, per effetto delle delibere della Giunta regionale. Lo segnala in un'interrogazione la consigliera regionale Silvia Noé (Udc), che richiama la stampa locale che ha messo in evidenza la questione dell'impossibilità di impiego in agricoltura dei fanghi prodotti da alcuni depuratori, ed in particolare da quello di Rimini, e il malcontento della popolazione per i comportamenti di Hera e Ato locali, che hanno determinato praticamente il raddoppio del costo della bolletta dei consumi idrici già dal mese di settembre.