Martedì 28 marzo si è aperto il processo a carico di un 45enne riminese, accusato di atti persecutori, lesioni e furto. Il caso di stalking, al vaglio della magistratura giudicante, ha avuto per vittima l'ex compagna dell'imputato, una sua coetanea e concittadina, che presentò denuncia lo scorso agosto. I fatti ebbero inizio nel maggio 2016, al termine della relazione tra le parti. L'imputato non accettò la decisione della ormai ex fidanzata e iniziò a perseguitarla: dalle venti alle trenta telefonate al giorno, sms con ingiurie, fino ai pedinamenti e agli appostamenti. Secondo la denuncia della querelante, che si è costituita parte civile attraverso il proprio legale Catia Gerboni, l'uomo la seguiva sul posto di lavoro, ma faceva appostamenti anche sotto casa della madre di lei. Le accuse di lesioni e di furto derivano da uno degli episodi contestati nella denuncia: di fronte all'ennesimo rifiuto della donna di tornare con lui, il 45enne alzò le mani, portandole via gli occhiali e schiaffeggiandola. Nel caso specifico, la denuncia della vittima di stalking funse però da deterrente: l'uomo cessò infatti i comportamenti persecutori.