Lo sport come inclusione sociale, ma non solo: a Rimini torna ‘esportiamoci’

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Incontrarsi, ampliare il senso di appartenenza anziché di esclusione. Presentata lunedì mattina presso la stabilimento balneare Maringrande di Viserba “Esportiamo 2015”, manifestazione non solo sportiva, che offre la possibilità di approfondire una corretta informazione sul tema della salute mentale e della diversità in generale.

“Esportiamoci” è un progetto organizzato dall’Azienda USL della Romagna (Unità Operativa di “Riabilitazione Psichiatrica” di Rimini, diretta dal dottor Riccardo Sabatelli), in collaborazione col Dipartimento di Salute Mentale di Bologna, nell’ambito del progetto SporTour, con la cooperativa C.A.D., e col patrocinio di Comune e Uisp di Rimini.

Giunta alla sua XIV edizione, “Esportiamoci 2015” ha preso il via domenica 30 settembre e si concluderà sabato 5 settembre. La manifestazione comprende il tradizionale torneo di beach volley tra persone in carico ai Centri di Salute Mentale di Rimini e di varie altre parti d’Italia (450, quest’anno, i partecipanti), ma anche tanto altro, così da configurarsi sempre più come un evento culturale e non solo sportivo.  Oltre ad una serata letteraria in cui verranno presentati due libri, vi sarà anche la presentazione di “Cittadini in Movimento”, una serie di manifestazioni svolte in Emilia Romagna (Le camminate, Le biciclettate, Il trekking con i somarelli, Il viaggio in Sicilia, frutto del progetto regionale omonimo), con l’obiettivo di aumentare la pratica motoria e sportiva nell’ambito delle attività quotidiane e in luoghi diversi dai tradizionali impianti per promuovere il benessere attraverso uno stile di vita attivo. Altra serata caratterizzata dalle testimonianze sarà quella dal titolo “Dalla terra dei Fuochi – Non nel mio giardino”.

Lo sport utilizzato come strumento di inclusione sociale e non come momento competitivo, diventa quindi terreno d’incontro e conoscenza tra persone portatrici di esperienze esistenziali diverse, promozione di atteggiamenti accoglienti e non stigmatizzanti nei confronti di chi vive una situazione di disagio o di disabilità mentale: concetto questo sottolineato da tutti i relatori. 

“Possiamo parlare – ha detto la dottoressa Daniela Ghigi, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Rimini dell’A.USL Romagna – di ‘movimento verso’, cioè di movimento come movimento fisico ma anche nella dimensione relazionale, fondamentale per persone che a causa della loro patologia hanno difficoltà enormi nel relazionarsi con gli altri”.

Emerge anche dai dati d’attività, a Rimini, su questo settore: nel 2014 sono state circa 5000 le persone che si sono rivolte, a vario titolo, ad una delle strutture per la salute mentale presenti sul territorio provinciale; 3.700 quelle attualmente in carico con un progetto individualizzato, intensivo, mirato a rispondere al meglio alle loro esigenze di cura. L’età media di queste persone seguite è di 51 anni, il 47 per cento di loro non ha un partner, l’80 per cento vive nel proprio nucleo famigliare d’origine e solo il 10 per cento vive solo; il 60 per cento di queste persone non ha lavoro e il 40 per cento ha appena la licenza di scuola media inferiore (il 20 per cento ha frequentato solo le scuole elementari).

Durante la conferenza stampa di presentazione Leonina Grossi, presidente Banca del Tempo e responsabile Centri Giovani di Rimini, ha evidenziato come il mondo della disabilità possa diventare anche “maestro” di quello della cosiddetta continuità (questa l’esperienza dell’Università della Marginalità) mentre l’assessore Jamil Sadegholvaad ha esaltato il tema del contrasto dell’intolleranza anche nei confronti di “ogni forma di intolleranza, sia essa di tipo economico, o razziale, o fisico”.

                                                    

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