Con l'estate 70 ragazze venivano trasferite anche a Rimini per prostituirsi con i turisti

Associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, agevolazione, induzione, favoreggiamento anche a mezzo di pubblicità, nonché sfruttamento, della prostituzione, con l'aggravante della transnaz...

A cura di Redazione Redazione
10 marzo 2015 08:12
Con l'estate 70 ragazze venivano trasferite anche a Rimini per prostituirsi con i turisti -
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Associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, agevolazione, induzione, favoreggiamento anche a mezzo di pubblicità, nonché sfruttamento, della prostituzione, con l'aggravante della transnazionalità. Queste le accuse che hanno portato a 40 ordinanze di custodia cautelare per altrettanti soggetti. La maxioperazione, coordinata dai Carabinieri di Pavia, ha permesso di sgominare una banda composta da rumeni, albanesi ed italiani, che gestiva oltre 70 prostitute, straniere e maggiorenni. Le ragazze erano costrette con la forza e la violenza a scendere in strada e lo facevano soprattutto in località turistiche, tra cui Rimini. Gli sfruttatori cercavano così di avere il controllo della clientela anche durante le vacanze estive. I proventi venivano poi re-investiti nel traffico di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati effettuati in Italia ma anche in Belgio, Romania, Germania ed Albania.
L'organizzazione gestiva una settantina di donne maggiorenni e straniere che d'estate venivano costrette dagli sfruttatori ad andare in vacanza nelle localit balneari pi rinomate (Sanremo, Rimini, Lignano Sabbiadoro, Jesolo) prostituendosi con i turisti, per pagare il soggiorno e recuperare cosi' le entrate di denaro, altrimenti ridotte a causa dell'esodo estivo dei propri clienti dalle citt del nord. L'operazione dei carabinieri di Vigevano scattata nelle prime ore di martedì, fa seguito ad un'analoga indagine che prese avvio esattamente due anni fa, il 7 marzo 2013, anche allora non casualmente a ridosso della Festa della donna. Quella mattina era stata data esecuzione a 40 ordinanze di custodia cautelare, di cui 34 in carcere e 6 ai domiciliari, nei confronti di 23 rumeni, 8 albanesi, 4 egiziani e 5 italiani: 37 dei 43 imputati hanno poi scelto di patteggiare pene fino a 3 anni e 6 mesi di reclusione e altri 6 sono stati condannati con rito abbreviato. La sentenza  stata pronunciata il 22 gennaio 2014 dal gup di Pavia Carlo Pasta: in totale è stato distribuito circa un secolo di carcere.

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