Kebab Connection, la maxi operazione antispaccio frutta premio alla Municipale di Rimini

Per la “Miglior operazione” condotta nel 2013 è stato premiato questa mattina a Milano, quale vincitore del “Premio nazionale Anci Sicurezza urbana”, il personale della Polizia municipale di Rimini “c...

A cura di Redazione Redazione
08 novembre 2014 13:11
Kebab Connection, la maxi operazione antispaccio frutta premio alla Municipale di Rimini -
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Per la “Miglior operazione” condotta nel 2013 è stato premiato questa mattina a Milano, quale vincitore del “Premio nazionale Anci Sicurezza urbana”, il personale della Polizia municipale di Rimini “che si è particolarmente distinto nello svolgimento delle proprie funzioni”.

Il prestigioso riconoscimento, consegnato in occasione della presentazione del “Rapporto nazionale sull’attività della Polizia locale” dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, è stato ritirato dall’Ispettore CapoMariacarla Tavella, responsabile dell’unità operativa “Sicurezza del territorio”, presente questa mattina a Milano insieme agli assistenti scelti Gilberto Guidi, Guglielmo Parise, Massimo Vaccarini, Feremia Salvi,Franca Grisi,Giuseppe Marchitelli, agente scelto, che hanno condotto, al termine di un’indagine durata oltre quattro mesi, un’operazione di polizia giudiziaria che, coinvolgendo tutto il Corpo della Polizia municipale, ha portato all’arresto di 53 spacciatori nel dicembre dello scorso anno. Con loro il sindaco di Rimini,Andrea Gnassi.

Fu nelle prime ore della mattinata dell’11 dicembre, infatti, che prese avvio l’operazione denominata “Kebab connection”, che vide in quelle ore impegnati 106 operatori tra ufficiali e agenti di Pm che portarono in carcere, a conclusione delle indagini condotte dagli operatori della Polizia municipale di Rimini sullo spaccio nella zona di Borgo Marina, quasi tutti gli indiziati oltre alla chiusura di due locali commerciali per la vendita di kebab. Un risultato straordinario raggiunto grazie a un’attività d’indagine sul campo che vide impiegati giornalmente 8 – 9 degli agenti del Nucleo Ambientale della Polizia municipale e che si caratterizzò per il ruolo fondamentale delle telecamere posizionate nelle zone di spaccio. Fu proprio dall’uso ai fini investigativi di quel potenziale tecnologico che scaturirono 43.200 ore di registrazione video e 9500 di registrazioni ambientali audio, riprendendo oltre 640 episodi di spaccio fornendo la base

per l’emissione dei provvedimenti giudiziari nei confronti di 35 cittadini tunisini, 7 del Marocco, 2 del Senegal, 4 del Bangladesh e, uno ciascuno, d’Egitto, Polonia, Pakistan, Romania, Palestina.

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