Alta Valmarecchia, sesso gay con il parroco. Prete ricattato: 'tutta invenzione'
In alta Valmarecchia scoppia un caso di estorsione a carattere sessuale nei confronti di un parroco. E' iniziato il processo a carico di un 36enne macedone, residente nell'anconetano, che dal 2007 al...


In alta Valmarecchia scoppia un caso di estorsione a carattere sessuale nei confronti di un parroco. E' iniziato il processo a carico di un 36enne macedone, residente nell'anconetano, che dal 2007 al 2010 ha subissato di richieste di denaro un sacerdote della vallata. Quest'ultimo inizialmente ha ottemperato per il forte stato di indigenza del 36enne, che avrebbe comunque promesso la restituzione del denaro. Le richieste si sono fatte però sempre più frequenti, con telefonate ad ogni ora del giorno, fino al ricatto: "dammi i soldi o racconto della nostra relazione omosessuale". Il parroco a quel punto non ha avuto esitazioni nel denunciare il tutto ai Carabinieri.
I due uomini si erano conoscuti nel 2006: il macedone era stato accolto in canonica e gli era stato offerto il pranzo, oltre al denaro per riparare l'automobile. Quel giorno si erano anche scambiati il numero di cellulare. Qualche settimana dopo il macedone aveva iniziato a chiedere aiuti economici, adducendo diverse scuse: una volta un incidente stradale, un'altra volta la necessità di dover pagare il funerale di un parente. Il parroco in totale ha versato somme ingenti: 9000 euro documentati dai conti bancari, ma anche denaro contante. Il macedone aveva promesso la restituzione di ogni somma, con i soldi incassati dall vendita della sua casa in Macedonia. Soldi mai restitituiti. Così è scattato il ricatto.
Il legale del religioso, il dott. Diego Dell'Anna, contattato dalla nostra redazione ribadisce: "Sono tutte invenzioni. La buona fede del mio assistito è stata carpita con la promessa della restituzione del denaro. Quando poi è scattato il ricatto sessuale, è partita inevitabile la denuncia verso il 36enne". L'avvocato ha spiegato che è una strategia molto comune tra estorsori e truffatori, che avvicinano i parroci, per poi colpirli in questo modo quando questi non ottemperano più alle richieste di denaro. "Vogliamo che questo caso sia da monito per tutti coloro che vogliono agire in questo modo, approfittando della generosità e della sensibilità dei religiosi: per queste persone c'è solo la denuncia", spiega il dott. Dell'Anna.