Caso Uno Bianca, magistrato antimafia: ‘Savi arrestati per indagine, non per soffiata’

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"Non ci fu nessuna fonte confidenziale, ma un lavoro di indagine ben pianificato". Lo ha detto oggi in aula il magistrato antimafia Daniele Paci (foto), durante il processo per diffamazione nei confronti di due giornalisti televisivi che si occuparono della ricostruzione delle indagini sulla Uno Bianca, la banda composta per lo più da poliziotti che, a partire dal 1987 e fino all'autunno del 1994, terrorizzo' l'Emilia-Romagna e le Marche, uccidendo 24 persone e ferendone 102. Il sostituto commissario Luciano Baglioni e il sovrintendente in pensione Piero Costanza, i poliziotti che riuscirono ad individuare Fabio Savi a Torriana, rimasero indignati da un approfondimento giornalistico andato in onda nel programma televisivo "Top Secret: Uno bianca chi sapeva?", su Rete4, l'11 marzo 2008, dove venne messa in dubbio la versione ufficiale dei fatti con espressioni che ritennero lesive della loro reputazione e onorabilità. Così i due poliziotti decisero di denunciare per diffamazione aggravata per uso televisivo ai loro danni il giornalista Claudio Brachino e il collega Sandro Provvisionato. Questa mattina l'audizione di Paci, che coordinò le indagini sulla Uno Bianca, è durata circa un'ora e mezza nella quale il magistrato ha ricostruito tutta l'inchiesta che portò ad inchiodare i fratelli Savi. Al processo fino ad oggi non sono mai intervenuti i due giornalisti che hanno fatto sapere attraverso gli avvocati difensori di voler essere ascoltati. L'udienza è stata aggiornata al 2 ottobre.

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