Venerdì i militari del Nucleo Investigativo di Rimini hanno notificato ad una avvocatessa 30enne civilista del foro di Rimini l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna che dovrà rispondere per il reato di intestazione fittizia di beni in concorso con gli altri indagati dell’indagine “Mirror”.
La professionista infatti non solo era in contatto, ma forniva apporto professionale ad altri indagati dell'inchiesta incontrandoli nel suo studio. Tutto aveva il fine di predisporre al meglio gli atti in riferimento ad alcune società, appositamente create, le cui quote societarie erano state acquistate con denaro proveniente da attività illecite e intestate a prestanome. La posizione del legale è ancor più grave perchè ha commesso i fatti avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis Codice Penale e cioè con metodo e modalità mafiose.