Ndrangheta: arresti Romagna, indagato ex dipendente nota banca

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Un 79enne cesenate, arrestato dalla squadra Mobile di Forlì con i due figli di 31 e 29 anni e la segretaria 44enne amministratore di una società specializzata nella vendita di camion e tir in Calabria. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip di Forlì Rita Chierici per associazione a delinquere finalizzata “alla commissione di una serie indeterminata di reati di appropriazione indebita, abusivismo finanziario e violazioni agli obblighi e alle prescrizioni inerenti la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza”. Nell’operazione, denominata ‘Trasporto scelto’, è indagato anche un ex dipendente di 67 anni funzionario della banca “Credito di Romagna” che ha fra i soci di maggiornaza il riminese Manlio Maggioli. La vicenda prese il via nel 2006, quando Ionetti fu colpito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti l’imprenditore, originario di Reggio Calabria ma residente a Cesena, era il tesoriere della cosca capeggiata da Pasquale Condello, e nella città romagnola, attraverso un istituto di credito locale, riciclava i soldi ‘sporchi’ delle varie attività illecite, per poi riversarli nei conti correnti della cosca. Nel 2008 A.I., imprenditore cesenate 79enne fu prosciolto dalle ipotesi d’accusa, rimanendo solo l’obbligo della dimora a Cesena. Inoltre due aziende, fra cui la Sor-Nova, a lui riconducibili, vennero messe in amministrazione giudiziaria, in quanto beni sottoposti a confisca non definitiva. L’operazione in corso parte da una recente segnalazione della Banca d’Italia su presunte operazioni sospette su un conto corrente intestato al 79enne utilizzato per l’incasso di cambiali provenienti da Calabria e Sicilia per conto di imprese di autotrasporti. Secondo i magistrati, come riportato nell’ordinanza, dalle indagini sarebbe emerso come Ionetti “conservava un pieno potere decisionale e di direzione dell’ impresa, nell’esercizio del quale si appropriava dei titoli e delle somme di denaro”. In sostanza i due amministratori giudiziali avrebbero di fatto lasciato continuare a Ionetti e figli la gestione dell’azienda e dei clienti (tutti calabresi e in gran parte con precedenti di mafia). Particolarmente approfondite, e ancora in corso, le indagini nel settore dell’ autotrasporto, un settore, secondo quanto emerso, particolarmente a rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.

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