Anpi Rimini, istituzioni affrontino questione gadget fascisti
La vendita, in alcuni negozi di Rimini, di gadget fascisti – ripresi in un video-reportage diffuso su Internet dal movimento Popolo Viola – è una cosa che non deve essere sottovalutata. A sostenerlo,...

La vendita, in alcuni negozi di Rimini, di gadget fascisti – ripresi in un video-reportage diffuso su Internet dal movimento Popolo Viola – è una cosa che non deve essere sottovalutata. A sostenerlo, in una nota è il presidente dell’Anpi riminese, Giovanni Pari secondo cui, anche alla luce di quanto avvenuto nelle scorse ore ad Oslo, appare “doveroso da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali affrontare seriamente” la vicenda. “I nostri reiterati appelli per ora sono sempre caduti nel vuoto – si legge – e purtroppo questo ‘scandalo al sole’ non trova limiti. Sembra proprio, come ebbe a dire Ilvo Diamanti poco tempo fa, che la banalizzazione del fascismo abbia trovato pianta stabile anche nella nostra città”. Per questo, sottolinea l’esponente dell’Anpi, “noi non ci arrendiamo all’indifferenza delle istituzioni e dopo esserci rivolti a politici e amministratori, a questo punto invieremo la nostra protesta ufficiale a tutte le categorie economiche invitandole a cercare gli argomenti giusti per convincere le singole attività che lucrano sul merchandising fascista a cessare tale forma di commercio che riteniamo umiliante per Rimini città medaglia d’oro al valor civile”. Inoltre, prosegue Pari, “in queste ore drammatiche, dopo l’orribile strage di stampo neonazista che ha colpito il popolo norvegese, riteniamo che a maggior ragione sia doveroso da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali affrontare seriamente la questione del commercio dei gadget fascisti. Un modo – conclude la nota – per difendere i valori democratici, antifascisti e antirazzisti, che non possono essere ignorati dagli amministratori della Riviera mentre addirittura vengono colpiti a morte a livello europeo, come è drammaticamente accaduto sull’isolotto di Utoya”.