Alluvioni, il meteorologo Randi: ‘Il nuovo clima è qui. Lunghi periodi di siccità e poi piogge intense’

L’esperto meteorologo: ‘Prossima estate? Qualche segnale per qualche pioggia in più’

Nel riquadro Pierluigi Randi

di Riccardo Giannini

“Un evento eccezionale, sicuramente catastrofico”. Non usa mezzi termini Pierluigi Randi, uno dei “decani” delle meteorologia del nostro territorio, meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), nel descrivere le giornate di maltempo che hanno interessato il territorio romagnolo. In Romagna le piogge del periodo 1-3 maggio e del 16-17 maggio hanno portato accumuli tra i 450 e 500 mm in bassa collina (dati Arpae), “in aree dove la piovosità media annuale, su base trentennale, oscilla tra 900 e 1000 mm – ha scritto qualche giorno fa il meteorologo sulla propria pagina Facebook – dunque, in due eventi, è caduta circa la metà della pioggia che dovrebbe cadere in un anno”. 

Da una situazione di siccità si è passati a un mese di aprile con gelate tardive e un maggio con precipitazioni record. “Abbiamo avuto due anni con una siccità molto grave, estrema in alcune aree. Nel 2023 un ciclone mediterraneo dalle caratteristiche sub-tropicali ha investito il riminese, in pieno inverno, poi questi due episodi alluvionali. Se mettiamo insieme queste tessere, andiamo a mettere un puzzle che ci deve mettere sul chi va là. Gli effetti del riscaldamento climatico sono anche questi. Aumentano gli estremi, che possono essere anche di segno opposto. Gli estremi sono anche le giornate di ottobre 2022 con 25 gradi”, evidenzia Randi. Si procede verso lunghi in cui pioverà poco ad altri brevi in cui pioverà tantissimo. “Non si tratta di proiezioni climatiche o di scenari, ciò comincia a essere una realtà: il nuovo clima è qui. E in futuro le cose sono destinate a peggiorare”. Un clima sempre più caldo, ma senza la scomparsa degli eventi freddi: “Aumenta la temperatura media, ma anche la variabilità. Non scompaiono gli eventi freddi: saranno più rari, ma potranno essere molto intensi. Non dimentichiamoci il maggio 2019: fu meno piovoso di questo, ma uno dei più freddi del dopoguerra. Non è in contraddizione, è un estremo”

A proposito di caldo estremo, questa primavera fredda e piovosa non inciderà sull'andamento del trimestre estivo: “Non c'è correlazione tra l'andamento termico della primavera e quello dell'estate successiva. Il maggio 2019 come detto fu particolarmente freddo, ma l'estate fu caldissima”, spiega Randi. E che estate sarà? Parliamo di scenari meteo, non di previsioni. “Abbiamo già dei segnali. I modelli stagionali da diverse emissioni concordano sullo stesso tipo di circolazione. Per la prossima estate potremmo avere più spesso un modello di circolazione simile a quello attuale”. Un'estate meno secca, con qualche pioggia in più, rispetto a quelle degli ultimi anni: “Il segnale sulle temperature è su valori medi superiori alla norma, però non dovrebbe essere un'estate estrema dal punto di vista termico come quella dell'anno scorso, o quelle del 2012, 2015, 2017 e molti delle estati recenti“. 

Qualche temporale dunque interverrà a rompere la canicola estiva e sarà fondamentale il sistema delle allerte meteo per evitare di imbattersi in situazioni di pericolo. “Durante la mattinata del 16 maggio specialmente sui social, ma non solo, abbiamo letto parecchie lamentele. 'Sta piovendo in maniera normale!' E poi è successo l'evento catastrofico. Per prima cosa le critiche vanno fatte alla fine, non all'inizio. Seconda cosa: le allerte non sono rotture di scatole o disdette, ma informazioni che ci obbligano a seguire determinati comportamenti per non mettere a repentaglio le nostre vite e quelle degli altri. Deve cambiare la nostra filosofia: in altri Paesi l'approccio è diverso, nessuno si lamenta. Non succede nulla? Meglio così. Nelle prossime occasioni vediamo di non lamentarci”.

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