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60 anni della Carrozzeria Giacomini, lo storico titolare: 'Ho imparato riparando le auto dei turisti tedeschi'

I ricordi di Fernando Giacomini: 'Ho iniziato da bambino prendendo 200 lire a settimana'

Attualità Novafeltria | 07:31 - 19 Marzo 2023 Nel riquadro Mirko e Fernando Giacomini Nel riquadro Mirko e Fernando Giacomini.

di Riccardo Giannini

Ha 80 anni e la genuinità dell'artigiano di paese, un uomo laborioso e di grande spirito. Fernando Giacomini, da tutti conosciuto come "Nando", è stato fondatore e titolare dell'omonima carrozzeria, oggi gestita dal figlio Mirko a Campiano di Talamello. Da poco ha festeggiato un grande traguardo: la Carrozziera Giacomini ha "spento" 60 candeline, tante quanti gli anni di attività. Fu inaugurata infatti il 13 marzo 1963: la prima sede era in piazzale Kennedy a Novafeltria. Ma pochi sanno che Nando divenne un bravissimo carrozziere "studiando" a Rimini. Lavorò infatti in una nota carrozzeria di Porta Montanara e qui incontrò il suo maestro: "Era un lamierista bravissimo. A quei tempi il nostro lavoro era molto più complicato: i pezzi venivano tagliati, raddrizzati e si saldavano con la fiamma ossidrica. Mica c'erano tutti i pezzi di ricambio come oggi!". E i tempi erano più lunghi: "Sì, però a Rimini c'era il problema dei turisti tedeschi. Quando venivano loro, c'erano tempi più brevi. Allora si usava il gesso per fare asciugare prima e poi si rifiniva con lo stucco. Il lavoro veniva bene, erano sempre contenti", sorride Nando, che non si nasconde: "Ho nostalgia di quei tempi. Erano tempi peggiori sotto molti aspetti, ma per altri si stava molto meglio, soprattutto era più facile socializzare, stare insieme".

Facendo un passo indietro, racconta di aver avuto sempre il pallino dei motori. "Non avevo voglia di studiare e a 12 anni trovai lavoro in una carrozzeria a Novafeltria". Tre anni, da 1955 al 1957, stipendio settimanale di 200 lire, "ma turno anche alla domenica, fino alle 14. E se sgarravi con l'orario, niente 200 lire, neanche per la settimana dopo". Dopo l'esperienza riminese, tornò a Novafeltria, qualche anno di lavoro da dipendente, poi Nando decise di mettersi in proprio assieme al cugino Fernando Antonini, suo coetaneo, che condivise con lui l'esperienza lavorativa di Rimini. "L'idea ci venne a Maciano, davanti a una bella bottiglia di vino".

Il 13 marzo 1963 aprì così la Carrozzeria Giacomini. È scontato dire che fu una grossa scommessa. "I tempi erano diversi, il lavoro non era tanto, le auto erano poche", racconta Giacomini. Ma il problema più grosso da affrontare fu la chiamata per la leva. "A dicembre 1963 fui chiamato in Marina, ci rimasi due anni. Fernando, il mio socio, aveva un figlio ed ebbe il congedo, fino al giugno 1964". A quel punto la carrozzeria fu lasciata in gestione ai ragazzi che assistevano i due soci: il più "vecchio" era il quasi 18enne Giancarlo Gengotti, che ripagò la fiducia e che poi sarebbe divenuto di famiglia, sposando la sorella di Nando.

L'attività, grazie alla bravura di titolari e dipendenti, cresceva e nel 1969 fu trasferita nella storica sede di via Marecchia, sulla strada Marecchiese, dove è rimasta fino a febbraio 2022, l'anno del terzo spostamento a Campiano di Talamello, qualche km più avanti. Nel 1980 Antonini abbandonò la società per intraprendere il mestiere di camionista, lasciando Nando da solo, fino al 1992, quando a fianco del padre iniziò a lavorare il figlio Mirko, oggi il titolare. "Ma ogni tanto mio padre viene ancora a fare qualcosa - scherza Mirko - non lo posso cacciare". Giacomini Junior racconta praticamente di aver vissuto fin da piccolo in officina (nato nel 1971, nel 1975 la famiglia si trasferì in un appartamento al piano superiore della carrozzeria) e quindi è stato naturale seguire le orme paterne. "Sì, d'estate facevo la  stagione da lui, non in spiaggia a Rimini - scherza Mirko - poi dopo aver fatto il Militare ho iniziato a lavorare con lui. Non è stato semplice: qualche volta si è litigato e mio padre in quelle occasioni mi mandava a casa. Ma poi ci si riappacificava subito".

Volano sorrisi, anche se nella foto di rito Mirko assume un'espressione seria, mentre il padre abbozza il sorriso, poi riprende a raccontare aneddoti, dalle visite dell'esattore incaricato di riscuotere il pagamento delle tasse ("Aveva un soprannome particolare, ma non te lo posso dire perché poi se la famiglia legge l'articolo si arrabbia", scherza ancora Nando) a quello che fece un suo cliente, un muratore di Sant'Agata Feltria: "Aveva una delle prime Fiat 600 e venne da me, dicendo che la vettura non andava più. Pensai: sarà il motore". Controllando, venne fuori la sorpresa. "Le 600 avevano un problema: il fondo sotto i sedili tendeva a consumarsi e a fare il buco. E lui per rimediare aveva fatto una gettata di cemento sotto i sedili, aumentando il peso della vettura a dismisura".  Insomma, era un buon muratore, ma come carrozziere fai da te..lasciava molto a desiderare.


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