Automediche ridotte, Ausl non fa marcia indietro. L'ira della Lega
Morrone e Pompignoli: 'L'Ausl ruota medici e infermieri come pedine di un gioco di società'

Non solo non fa nessun passo indietro sulla decisione "improvvisa di sospendere l'attività dell'automedica di Meldola", ma il direttore generale dell'Ausl Romagna, Tiziano Carradori, non fa nemmeno un'apertura al dialogo. E in una lunga lettera ricca di cifre, grafici e tabelle e indirizzata tra gli altri ai 15 sindaci del forlivese che avevano contestato la rimodulazione del progetto di sviluppo "blocca sul nascere qualsiasi protesta, mette a tacere le giuste preoccupazioni degli amministratori locali, quelle dei sindacati e delle istituzioni, e conferma l'intervento adottato definendolo 'urgente ed indifferibile, finalizzato a mantenere la migliore performance operativa del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto soccorso dell'Azienda della Romagna in una congiuntura di gravissima carenza di personale'". Come riporta l'agenzia DIRE, il parlamentare Jacopo Morrone e il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli, entrambi della Lega, attaccano dunque Carradori, accusandolo di fare un "lungo ragionamento in cui emerge una sanità pubblica fatta solo di numeri e mai di persone". E dove si "ribadisce la fragilità del sistema di Pronto soccorso e l'insufficienza di personale medico e mai, in nessun passaggio, si dimostra disponibile al dialogo con i territori o a un confronto diretto e costruttivo con le parti". Insomma, "invece di convocare in presenza i sindaci per affrontare il problema, discutere e cercare insieme un'alternativa sostenibile che possa coniugare le esigenze di una sanità in sofferenza e le giuste rivendicazioni dei Comuni e di chi si fa portavoce del diritto alla pubblica assistenza delle proprie comunità, Carradori si affida alla carta intestata dell'Ausl Romagna e soffoca ogni apertura al dialogo". Quello che invece la Lega si sarebbe aspettata, come riporta la DIRE, era "una mano tesa verso le istituzioni e chi amministra ogni giorno i nostri Comuni, mettendoci la faccia e grande senso di responsabilità".Nel leggere il ragionamento di Carradori "riscontriamo invece troppa chiusura, la tendenza ad agire in maniera unilaterale, ragionando a compartimenti stagni e senza alcun coinvolgimento dei territori". E "con grande dispiacere, prendiamo atto che in Romagna, per cercare di risolvere un problema di personale e gestione del sistema di pronto soccorso, si ruotano medici ed infermieri come fossero pedine di un gioco di società, senza risolvere in maniera strutturale le vere problematiche della sanità pubblica ma spostando solo l'attenzione dalle situazioni più fragili a quelle ancora più fragili", concludono.
AUSL: NIENTE MARCIA INDIETRO L'Ausl della Romagna non farà marcia indietro sulla riduzione delle automediche a Meldola, Rimini, Riccione, Faenza e Lugo. "E' una misura urgente ed indifferibile per mantenere la migliore performance operativa, in termini di copertura e tempi di intervento, del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto soccorso dell'Azienda della Romagna in una congiuntura di gravissima carenza di personale", mette in chiaro in una lettera agli amministratori locali, il direttore generale dell'azienda sanitaria romagnola, Tiziano Carradori, come riporta l'Agenzia DIRE. La misura, precisa poi, "non ha nulla a che vedere con ragioni aziendali di tipo finanziario", e "sostenerlo significa mistificare una realtà dei fatti di cui le responsabilità sono datate nel tempo e collocate altrove". Ma, appunto, per Carradori di tratta di una scelta "resa necessaria dal fatto che la criticità in cui versa il sistema dell'emergenza territoriale ed ospedaliera non solo non si è risolta ma, al contrario, si è aggravata per l'insuccesso delle reiterate procedure di reclutamento di personale". Il direttore generale mette poi in fila i numeri: il fabbisogno di medici dell'emergenza sarebbe di 11 sulle 24 ore e uno sulle 12 ore, variabile da 51 a 69 unità mediche tempo pieno equivalenti. Questo "senza considerare le unità necessarie a coprire assenze per congedi e per malattia". A dicembre "le unità disponibili erano 37 (-26%) circa), di cui 11 incaricati e 26 titolari". Insomma, per poter dare la copertura si sarebbero dovute chiedere più ore di lavoro ai professionisti, puntualizza Carradori, e "oltre i limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, sia ai medici in dotazione sia ai medici ospedalieri in servizio nei pronto soccorso e le anestesie e rianimazione dell'azienda". Il direttore generale ricorda poi le caratteristiche distintive del sistema di emergenza urgenza della Romagna come "la pressoché totale presenza sulle automediche di personale infermieristico dipendente e adeguatamente formato e una dotazione complessiva di automediche per abitanti significativamente superiore a quella media regionale". Da norme nazionali, infatti, questi mezzi possono essere con medico, con infermiere o con entrambi e che ce ne deve essere uno ogni 60.000 abitanti, quando in regione è uno ogni 30.000 abitanti circa, fa i conti il dg. Non solo, ma in Romagna prima della rimodulazione, c'era un'automedica ogni 20.000 abitanti e ora sarà una ogni 21.000 abitanti circa. Infine il direttore generale invita a una "attenta lettura" del documento di riorganizzazione proposto alla commissione territoriale socio-sanitaria, dove "sono ben evidenti numero, gravità degli interventi effettuati e livelli di performance garantiti" e dove "si esplicita anche come le modifiche proposte possano migliorare ulteriormente i risultati sin qui conseguiti".