Nel culmine delle violenze fisiche e psicologiche inferte alla moglie oggi 28enne, l'aveva colpita con un bastone e un pezzo di esso si era staccato, finendo per ferire la figlia di neanche un anno. Un 33enne di origine magrebina, difeso dagli avvocati Veronica Magnani e Chiara Semprini, è stato condannato a 2 anni di reclusione, pena sospesa, secondo le norme del codice Rosso, a fronte della frequentazione di un corso di recupero di un anno, per uomini maltrattanti, organizzato da un centro anti-violenza. In più dovrà pagare 15.000 euro alla propria famiglia, che nel processo era rappresentata dall'avvocato Milena Montemaggi. Il Sostituto Procuratore Davide Ercolani aveva chiesto condanna a tre anni.
I fatti risalgono al biennio 2020-2022: secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte dai Carabinieri, l'uomo, residente nell'entroterra riminese, si è reso responsabile di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti della compagna, prendendola anche a bastonate quando era incinta. La donna era costretta a limitare i propri spostamenti e viveva in una situazione di totale dipendenza economica dal marito. Il 22 febbraio 2022 l'aggressione, con il bastone e il ferimento della figlia neonata, che ha spinto la giovane a trovare il coraggio di denunciare le violenze subite: in quell'occasione infatti scappò dalla finestra, rifugiandosi dai vicini. In quel momento partì la chiamata alla locale Stazione dei Carabinieri. Dopo i fatti, la 28enne fu inserita in una casa protetta gestita dall'associazione "Rompi il Silenzio".