Chi non ha passato ore, soprattutto estive, chino sul calciobalilla, evitando di 'frullare' e cercando di fare goal? Chiunque, anche solo una volta, ha giocato al biliardino nei bar di paese o di spiaggia. Un decreto dell'Agenzia Dogane e Monopoli impone agli apparecchi da gioco che non erogano vincite in denaro o ticket, di poter funzionare solo se con "nulla osta di messa in esercizio". Un decreto entrato in vigore il primo giugno 2022. Oltre al biliardino anche ping pong, flipper e biliardo sono finiti nel mirino e diversi gestori, soprattutto di spiagge e locali pubblici, hanno preferito toglierlo dalle attrazioni disponibili.
"Tutti sono tenuti a denunciare all'agenzia delle Dogane calcio-balilla, ping pong e flipper, anche se gratuiti, e si deve attendere l'autorizzazione per metterlo in esercizio.
In attesa, per ogni biliardino la sanzione è di 4000 mila euro: Siamo alla pura follia" e "le multe sono già partite". Il grido di dolore arriva da Antonio Capacchione presidente di Sib, Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio che riunisce 10mila stabilimenti balneari, che spiega all'Ansa come questo tocchi "anche gli oratori e le associazioni no profit, dove il biliardino è spesso messo a disposizione gratuitamente".
"Aggiungere delle tasse al divertimento mi sembra superfluo" dice Gianni Indino presidente Confcommercio Rimini per cui non è solo la questione economica ma "è il principio che stride. Ci attiveremo in tutti i modi come Confcommercio per cercare su tutti i tavoli nazionali, regionali e locali, di fare in modo che ci sia una attenzione diversa e magari aspettare un po' e rivedere il tutto".
"Paragonando biliardino, flipper e ping pong ai giochi d'azzardo pretendono" dice Mauro Vanni presidente Confartigianato Balneari Rimini "che siano giochi omologati con una serie di documentazione e soprattutto una tassazione assurda. Lo Stato" continua Vanni "in una situazione come questa, con mille problemi che ci sono, si è andato ad inventare un altro balzello, un altro passaggio burocratico visto che ne abbiamo pochi. Invece di semplificarci la vita ci complica tutto sempre di più. Oltretutto i giochi che abbiamo 'in casa' non sono omologabili" dice ancora Vanni "vorrebbe dire buttare via tutto e comprarli nuovi per renderli omologabili. Spendendo un sacco di soldi per poi fare lo stesso servizio come stiamo già facendo ora. Io spero" conclude Vanni "che scendano sulla Terra e si rendano conto di come va il mondo".