Ospedale Novafeltria, comitato su dimissioni Menghini: "fuggi fuggi generale dei medici"

Il comitato civico chiede chiarimenti all'Ausl, all'amministrazione regionale e a quella comunale di Novafeltria

A cura di Redazione Redazione
07 febbraio 2022 17:12
Ospedale Novafeltria, comitato su dimissioni Menghini: "fuggi fuggi generale dei medici" - Ingresso ospedale di Novafeltria
Ingresso ospedale di Novafeltria
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Il comitato civico sull'ospedale di Novafeltria, in una nota, rilancia l'allarme "sul fuggi fuggi generale di medici" dall'Ausl Romagna, citando le dimissioni dello stimato responsabile del centro prevenzioni tumori, Lorenzo Menghini, ma non solo. "Sono tanti i nomi che si potrebbero portare alla luce e che decidono di andarsene ma siamo certi sarebbero rimasti molto volentieri e ne abbiamo testimonianza diretta", si legge in una nota del comitato. "Chirurghi decisi dalla disperazione a rivolgersi altrove, anestesisti, neurologi ginecologi, neuroradiologi, oculisti, radiologi, dermatologi, un anatomo patologo come il Dr.Giulio Rossi, riconosciuta eccellenza nazionale, solo per parlare di alcune professionalità", prosegue la nota. Le cause evidenziate, che chiamano in causa i vertici dell'Ausl, sono "la mancanza di un contratto stabile e cautelativo", "turni troppo stressanti e malanimo". 

Sulle dimissioni di Menghini, il comitato descrive la reazione della comunità novafeltriese alla notizia: "allibita e affranta". Menghini, "professionista eccellente e onesto", era cardine di un'eccellenza della nostra sanità: "grazie al lavoro di screening per le donne dai 44 ai 74 anni vengono diagnosticati circa 150 tumori all'anno; l'indagine clinica (mammografia ed ecografia) permette di diagnosticare altri 300 tumori, e lui aveva sempre  cercato di mantenerla e  potenziarla poiché rappresenta i due terzi della patologia oncologica mammaria diagnosticata ogni anno. Tutte queste pazienti sono operate nella Chirurgia senologica di Santarcangelo, diretta dal Dott.Domenico Samorani". Un'eccellenza della sanità nonostante "una gestione con costi più bassi, addirittura fino alla metà, rispetto ad altri reparti analoghi dell'area vasta Romagna". Sempre in riferimento all'attività di Menghini, il comitato ne loda la lungimiranza durante la prima ondata di Sars-CoV-2: "in piena pandemia sconosciuta ha insistito presso la dirigenza per l'acquisto di due ecografi portatili per poter collaborare con le Usca  e diagnosticare a domicilio il Covid  e poi monitorare le condizioni dei pazienti a casa, in un momento critico per la sanità". Un professionista che l'Ausl non doveva perdere, in un momento in cui si registra "una piena diaspora" di professionisti. 

Il comitato chiama in causa anche l'amministrazione regionale e l'amministrazione comunale di Novafeltria: "In campagna elettorale per il Comune di Novafeltria, in presenza dell'assessore regionale alla sanità Donini, si fece un intervento ove si sottolineava da una parte la difficoltà di reperire medici a livello nazionale ma dall'altra si cercavano risposte sul prendere il largo di tanti professionisti dalla sanità pubblica riminese. Nessuna risposta naturalmente, come se il servizio sanitario regionale avesse segreti". Tornando alla scelta di Menghini di dimettersi, il comitato rimarca: "A due anni circa dalla pensione, che di sicuro vista la giovane età avrebbe potuto rimandare, il Dr Menghini ha deciso di dimettersi. E tutto ciò nonostante  una delibera regionale avesse disposto il bando di primariato proprio per il suo reparto". E su questo bando il comitato invoca chiarimenti:  "È legittimo quindi chiedersi cosa sta succedendo ai vertici ASL riminesi, in primis al direttore generale Carradori.  Ci piacerebbe sapere se il sindaco Zanchini abbia mai interagito con questo problema che in più casi ci ha riguardati molto da vicino trattandosi proprio di professionisti anche del S. Famiglia.  Ci domandiamo anche quale sia  il ruolo della Regione in queste scelte e in particolare nelle figure dell'assessore alla sanità Donini e del presidente Bonaccini". Il comitato chiede "una risposta chiara e credibile per comprendere ciò che accade nella nostra sanità pubblica".  

 

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