Effetto covid anche sul guardaroba solidale di Casa Madiba: "più accessi, anche di italiani"

Nel primo trimestre 2021 sono stati 369 gli accessi, 62 quelli nuovi

Le iniziative di Casa Madiba

I volontari di Casa Madiba hanno tracciato ieri (venerdì 16 aprile), in conferenza stampa (foto di copertina), il bilancio dell'attività del guardaroba solidale, che ha riaperto, dopo il lockdown del 2020, ad agosto (il lunedì dalle 15 alle 17 e il venerdì dalle 9 alle 11). La riapertura è stata preceduta da una riorganizzazione degli spazi, con l'applicazione di un protocollo anti Covid-19, e la suddivisione in aree specifiche: da quella "salute e sonno" dove si provvede alla distribuzione di kit per l’igiene personale, sacchi a pelo e coperte nuove alle persone senza fissa dimora, forniti dal Comune e dalle Unità di strada, all'area distribuzione vestiario per le persone in difficoltà. All'inizio della seconda ondata pandemica, nei mesi di novembre e dicembre 2020, sono stati 125 gli accessi: gli uomini in netta maggioranza rispetto alle donne (15% del totale); "notevole l’aumento da novembre a dicembre delle persone migranti (da 21 a 49 in un mese) e ancor più allarmante la crescita delle persone in precarietà abitativa (da 15 a 44 nel giro di trenta giorni), stabile il numero dei senza tetto (33)", evidenzia Casa Madiba in una nota. Il primo trimestre del 2021 ha registrato invece 369 accessi totali, 62 nuovi. In crescita le persone migranti (118 solo nel mese di marzo) ma anche le persone di nazionalità italiana, stabili le persone senza tetto. "Il dato più preoccupante rimane l’aumento delle persone in precarietà abitativa (26 a fine gennaio passano a 102 a fine marzo) superando di fatto a livello di accessi le persone senza tetto", spiegano i volontari di Casa Madiba, che chiedono all'amministrazione comunale di Rimini interventi più incisivi sulle politiche abitative. Casa Madiba e casa Don Gallo mantengono lo stato di agitazione e questa mattina (sabato 17 aprile) hanno organizzato un presidio in piazza Cavour (foto 1-2 gallery) assieme ad Adl Cobas. Al comune di Rimini si chiede anche di ritirare la richiesta di pagare le utenze eccedenti gli 8000 euro coperti da una specifica convenzione. Casa Don Gallo dovrebbe versare a palazzo Garampi 4570 euro. "Una richiesta che viene comunicata con freddezza e celermente via pec dal Dirigente dei Servizi Sociali all’Associazione Rumori Sinistri, ente che gestisce formalmente il progetto, a fronte invece di notevoli ritardi nelle risposte relative ai bisogni delle persone senza tetto scaturiti da questa pandemia, ritardi di tutta la macchina istituzionale, non solo comunale", spiegano i manifestanti in una nota.

 

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