Bar e ristoranti chiusi per tutto il mese d'aprile, compreso anche il weekend del 1 maggio, e dunque niente zone gialle fino a maggio. E' ciò che trapela dai principali media italiani. In realtà nel governo non c'è ancora una decisione definitiva ed è forte la discussione tra il fronte rigorista guidato dal Pd, favorevole al prolungamento delle misure restrittive, e il fronte guidato dalla Lega, che chiede la riapertura delle attività dal 7 aprile. La situazione dal punto di vista sanitario, sul territorio riminese, rimane critica. Il picco dei contagi è stato raggiunto, come da previsione, ma la discesa è molto più lenta del previsto, come rilevato da Mattia Altini, direttore sanitario dell'Ausl Romagna, e la pressione sugli ospedali è altissima: all'ospedale Infermi di Rimini picco di ricoveri in terapia intensiva (30). Le ospedalizzazioni calano fisiologicamente più lentamente dei contagi, tuttavia in vista di Pasqua c'è preoccupazione per cene e pranzi familiari che possono attivare pericolosi focolai. La campagna vaccinale infine prova ad accelerare, ma c'è un forte clima di incertezza per le prossime settimane e i cittadini delle fascia 70-74 anni rischiano di vedere la prima dose del vaccino a maggio inoltrato.
Il comune di Rimini, per voce dell'assessore Jamil Sadegholvaad, in un momento di grave crisi chiede al governo più chiarezza. "Ci sono categorie intere alle prese con la crisi più profonda e drammatica dalla guerra ad oggi, negozianti ed esercenti che rischiano di non riaprire le proprie attività, che dopo una fase prolungata di sacrifici, restrizioni e chiusure, meritano almeno di avere spiegazioni chiare e prospettive certe", evidenzia l'assessore, che invoca quindi una programmazione "seppur graduale e ben ponderata delle riaperture, che tenga conto della necessità di dover convivere con questo virus ancora per qualche mese". Per ciò che concerne invece la possibile riapertura delle scuole, dopo Pasqua, anche per le zone rosse, Sadegholvaad la definisce "uno spiraglio di speranza". Riaprire le porte delle classi "deve essere la priorità" e "un intervento necessario" per restituire a bambini e ragazzi "un briciolo di normalità".