"Non siamo negazionisti del Covid" e "gli articoli di stampa che hanno raccontato i fatti, si sono basati su notizie false e tendenziose". Così I.P., una delle venti persone (non solo riminesi) identificate sabato scorso (20 marzo) dalla Polizia al parco XXV Aprile di Rimini, a nome di tutti i presenti, respinge con fermezza ogni accusa. Non si è trattato di una manifestazione (quindi non ci sarebbero i presupposti per configurare l'ipotesi di reato di manifestazione non autorizzata) in quanto "nessuno di noi appartiene ad alcun gruppo", "tantomeno non siamo negazionisti e non siamo no mask". La donna fornisce la propria versione dei fatti: "All'ingresso del parco, agenti della Polizia di Stato in borghese ci hanno fermato chiedendo i motivi del nostro ritrovo. Abbiamo esplicitato verbalmente la motivazione del nostro appuntamento - fare una passeggiata in concomitanza con la giornata mondiale World Wide Rally e fare un picnic sul parco, se il tempo lo avesse permesso - precisando che non si trattava di manifestazione". Per ciò che concerne il mancato impiego di mascherine, "abbiamo fatto notare che non era necessario in quanto all'aperto e distanziati". Da qui, "non avendo altro da eccepire ci hanno chiesto i documenti per la registrazione dei nostri dati senza redigere alcun verbale confermando che nessuna azione amministrativa e tantomeno penale veniva mossa nei nostri confronti". Successivamente le venti persone hanno trascorso qualche ora "passeggiando o fermandoci sul prato, seguiti a distanza da tre agenti di Polizia che non sono più intervenuti, in quanto nessun reato è stato commesso".