A tavola con: Giancarlo e Marta de "Jolly La Matta". Fondatori del Piastrino e fautori della buona tavola

Tra moglie e marito metti "Il Piastrino" invece del dito. Storie d’amore e tagliatelle in Valmarecchia

Giancarlo e Marta con lo staff in cucina

Di Monia Sebastiani

Tra moglie e marito metti “Il Piastrino” invece del dito.  Storie d’amore e tagliatelle in Valmarecchia con i coniugi, fondatori del piastrino e fautori della buona tavola.

C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, ma che sembra una vita fa, in cui i ristoranti erano pieni. Ci scambiavamo sorrisi e abbracci e qualche volta anche i bicchieri.

C’è stato un tempo in cui vedere i sorrisi degli altri era normale e a tavola si aggiungeva sempre un posto in più.

C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, che quasi non ricordiamo più.

Era un tempo felice. Lo dice anche Giancarlo. Giancarlo che nel 1987 ha lasciato il suo posto da impiegato per coltivare sogni di vino e amori di sfoglia in cucina.

“Era un tempo felice per la ristorazione. A livello nazionale, ma anche nella nostra valle.” Mi racconta lasciandosi sfuggire una esse che difficilmente si potrebbe dire appartenere a una zona diversa dalla Valmarecchia. “La mia, all’inizio, era solo una passione ,amatoriale direi, per il vino e per la buona tavola.  Ma era talmente forte la curiosità e la voglia di nuovo, che non ci ho pensato due volte. Anzi, non ci abbiamo. Perché accanto a me c’è mia moglie, Marta, che da subito è diventata l’anima della cucina di tutti i posti che abbiamo aperto. “

Giancarlo e Marta. Marito e Moglie. E un ristorante aperto nel 1987. Un tentativo, che si sarebbe rivelato un vero successo, di scappare da una vita in ufficio per fare uscire sogni e mattarelli dai cassetti.

“Il Piastrino”, a Pennabilli, diventò in poco tempo un luogo di riferimento non solo della vallata, ma anche della provincia e della regione al punto da meritare diverse segnalazioni sulle guide nazionali di settore.

“E stato un po’ l’inizio, il c’era una volta della nostra favola, un posto che ci ha regalato tantissime gioie e gratificazioni. Avevamo passione e tenacia dalla nostra, ma c’era anche l’inesperienza” prosegue Giancarlo mischiando nostalgia e modestia.

E mi pare di vederli, Marta e Giancarlo, lei che scompare dietro al vapore del ragù in cucina e lui che sceglie il vino giusto per le tagliatelle.

Mi viene spontanea una domanda, se tra moglie e marito non mettere il dito, quando c’è di mezzo un ristorante come vanno le cose?

“Non è sempre facile” mi confida il ristoratore “però, sono più di trent’anni che portiamo avanti i nostri progetti. Finora, fino a questo periodaccio qua insomma, è andato tutto bene. Perciò, si è difficile, ma quando riesci a creare qualcosa di bello e gratificante, come è stato per noi, è un elemento che va a consolidare e a rafforzare il rapporto”

Dopo la fortunata esperienza, i coniugi intrapresero molte altre avventure. Nel 2000 aprirono un ristorante a San Marino e nel 2001 si cimentarono in una sfida diversa, avviare un agriturismo : “Le Antiche Macine”, a Santarcangelo di Romagna.

Riuscirono anche in quello, Giancarlo e Marta, facendo decollare il posto.

A dispetto di tutte le dita che non vanno messe tra moglie e marito. Coltivando sogni, passioni e innaffiandoli con il vino.  Rimanendo sempre nella terra che amano, quella Valmarecchia che fa da musa alle loro ricette, sono arrivati dove sono oggi.

Un punto di arrivo. Ma che, speriamo, sia anche la loro ripartenza da un periodo, quello odierno, che mette a dura prova la loro tenacia.

“Jolly la Matta”, la loro ultima isola felice. Aperto nel 2003 a Novafeltria. Una grande eredità, poiché nasce tra le mura di quello che era (ma che sarà un po’ per sempre) il Jolly Bar. Proprio in omaggio allo storico locale, Giancarlo decide di lasciare il nome Jolly, aggiungendo La Matta, per collegarsi alla figura del gioco delle carte.

“Il primo amore non si scorda mai” mi risponde riferendosi a “Il Piastrino”, quando gli chiedo a quale locale sia più affezionato. “Ma anche l’ultimo” Prosegue. “Ci siamo inseriti bene, qui a Novafeltria. Non è stata una scelta meramente economica. Il paese è piccolo e il bacino di utenza non è infinito. Però, la soddisfazione maggiore, è vedere i clienti contenti. Che ti fanno i complimenti. Che ti fermano per strada per fare due chiacchere.”

“E ora. Come ve la cavate? Come state cercando di arginare il danno dovuto alla situazione di emergenza Covid 19?” lo incalzo, sentendomi tremendamente in colpa.

Lui sospira e dice  “Ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo preso in mano la situazione, nelle nostre zone, per fortuna, quello che non manca è la forza e la capacità di sapere fare un po’ tutto. Di reinventarsi. Siamo io e mia moglie e un paio di ragazzi che ci danno una mano tra pizzeria e cucina. Facciamo l’asporto, le consegne a domicilio e aspettiamo che tutto torni a una parvenza di normalità”

Non lo vedo Giancarlo. Ma dall’altra parte del telefono sento una persona stanca. Dell’incertezza. Della stasi. Delle sedie vuote e delle bottiglie piene. Una persona che non si è mai fermata e che ora, per forza di cose, e a malincuore è costretta a farlo.

 

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