La giunta del Comune di Rimini vieta l'affissione dei manifesti contro l'uso della pillola abortiva perché recanti un messaggio "falso, fuorviante e ingannevole". Lo racconta il Corriere di Romagna in edicola questa mattina. Era stata l'associazione Pro Vita e Famiglia a fare domanda in varie città d'Italia per l'affissione pubblica di cartelli contro l'uso della pillola Ru 486. I manifesti ritraggono una donna a terra apparentemente priva di coscienza con in mano una mela addentata e la scritta "Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva Ru 486. Mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo".
La giunta riminese sottolinea che "la definizione di 'veleno' per un farmaco approvato dall'Ema e dall'Aifa, giudicato quindi sicuro dalle massime autorità in materia, rappresenta una comunicazione falsa, fuorviante e ingannevole e non sostenuta da fatti accertati". La pubblicità, per l'amministrazione, "costituisce una comunicazione distorsiva della realtà" e crea "un falso allarmismo senza il supporto dei fatti".
Contro la scelta della giunta si scaglia il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi: “Questa è una censura ideologica, perché la falsità del messaggio non è quello di Pro Vita, ma di chi cerca di accelerare sempre di più il processo di desacralizzazione della vita umana e di banalizzazione dell’aborto come se non si trattasse nemmeno più di un dramma. Ben venga invece il confronto affinché possa finalmente passare il messaggio che quella pillola non è affatto una caramella, non è innocua e indolore e che l’aborto non è un metodo contraccettivo”.