Un sostegno di 32 milioni di euro per la copertura di spese vive, a partire da quelle per il personale fino all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale per gli operatori stessi. La Regione mette a disposizione delle strutture residenziali accreditate che si prendono cura di anziani e persone con disabilità uno stanziamento imponente per scongiurare addirittura la chiusura e garantire la tenuta di una parte del sistema di welfare nel quale lavorano migliaia di addetti e addette.
I provvedimenti assunti vanno in tre direzioni. L’adeguamento delle tariffe relative ai servizi accreditati (Case residenza e Centri diurni anziani; Centri socio-riabilitativi residenziali e diurni per disabili e assistenza domiciliare), a tutela dei lavoratori, per permettere ai gestori di liquidare al personale dipendente gli aumenti stipendiali definiti dai contratti di lavoro; la fornitura di dispositivi di protezione individuale o l’assegnazione di un contributo per l’acquisto in autoapprovvigionamento; e, infine, il riconoscimento della quota socio-sanitaria dei posti accreditati anche se non occupati durante la pandemia, per evitare la chiusura delle strutture a causa dei costi comunque sostenuti.