Emma Petitti, volto di punta del Partito Democratico riminese e presidente dell'assemblea regionale Emilia Romagna, annuncia l'intenzione di votare sì al referendum del 20-21 settembre. La definisce una riforma "non perfetta", ma "il primo pezzo di un mosaico". "Come centrosinistra, abbiamo sempre ragionato - e ci siamo sempre prefissati l'obiettivo - di agire per una riduzione del numero dei parlamentari. Una riduzione che non deve essere fine a se stessa, fatta per il gusto di tagliare, ma che, ovviamente, deve essere accompagnata da una riforma strutturale e dei correttivi che servano a rendere il Parlamento più veloce, snello ed efficiente", evidenzia. Il referendum, spiega la Petitti, deve essere quindi il primo passo di una serie di riforme: "Serve appunto pensare a un disegno complessivo per il dopo che guardi a un assetto che superi il bicameralismo perfetto, permettendo di abbreviare la lunga staffetta tra Camera e Senato, al fine di poter contare su iter legislativi più rapidi e semplici". Nel dettaglio, "fondamentale sarà distinguere la funzione delle Camere, riformare i regolamenti, rivedere la composizione dell'assemblea che elegge il Presidente della Repubblica e approvare una legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento". Votare no al referendum, commenta la Petitti, è "porre dei paletti a un percorso di trasformazioni e modifiche che vogliamo e chiediamo da tempo, con il rischio di rimanere poi fermi". Precisa infine la Petitti: "Non si tratta di parlare di risparmi (esigui) o di soffiare sul vento dell'antipoltica e anticasta, facendo passare il pericoloso messaggio che i parlamentari siano espressione di una élite di privilegiati che non serve a nulla, ma di una questione di merito. Avevo votato Sì al referendum costituzionale del 2016. Voteró Sì anche questa volta, nella convinzione che tagliare il numero dei parlamentari sia l'inizio di un tragitto più lungo che punti all'efficientamento del nostro Parlamento".