«Bisogna che al più presto si metta mano alla strategia complessiva per l’Emilia-Romagna e per la Dorsale adriatica. Dobbiamo farlo ora, perché è da come verremo fuori da questa crisi epocale che si determinerà il futuro del nostro territorio». Le parole del sindaco di Rimini Andrea Gnassi sono perentorie, esortative e guardano a interlocutori diretti: prima di tutto il governatore Stefano Bonaccini, ma poi anche al Governo e al Parlamento europeo che in mano hanno la programmazione - oltre che i fondi - per garantire lo sviluppo su gomma e rotaia non solo di persone, ma anche di merci, da Bologna fino a Brindisi, per collegare il nord al sud Italia attraverso uno sviluppo infrastrutturale dei trasporti, dei collegamenti e di conseguenza dei servizi a tutta la costa est.
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«Per Rimini doveva essere la stagione record: alpini, musei Part e Fellini, Giro d’Italia, 6 chilometri di Parco del mare aperti prima dell’avvio della stagione. Ci è piovuto addosso un meteorite, una cosa mai vista prima. A Rimini è già in corso una riqualificazione e innovazione strutturale orientata verso una nuova sostenibilità che risponde in modo implicito alle esigenze imposte dall'emergenza sanitaria. Non possiamo né permetterci di sbagliare né permetterci di lasciare fare: occorre una programmazione di sistema sulla componenti strutturali, con un ruolo del privato diverso e integrato ma chiaro e robusto per stare sul mercato, che guardi scenari reali dei mercati nazionali e internazionali, fortemente innervata da innovazione e servizi moderni, non spinte territoriali locali che hanno efficacia limitatissima, se non addirittura nulla».