Ora che si possono riaprire le spiagge e dal 25 maggio tutti i servizi collegati con date e modalità operative precise, che finalmente permettono di avviare una stagione turistica 2020, si ergono i sindaci dei venti comuni balneari che si riconoscono nel G20spiagge, in difesa non soltanto del comparto turistico ma anche della stabilità economica dei loro enti.
«Servono altre azioni ed interventi per scongiurare il rischio default dei bilanci comunali, visto che ogni Comune stima una perdita di bilancio nel 2020 per mancati introiti derivanti da Tassa di soggiorno, Cosap, Imu e Tari tra i 4 e i 10 milioni di euro in media. Questo significa per i singoli comuni balneari dover ridefinire gli interventi per il settore sociale, infrastrutturale e di manutenzione del territorio».
Chiedono allora la rimodulazione del Fondo di solidarietà e il riconoscimento dello status di “Città Balneare”, in considerazione del fatto che i comuni balneari sono città con flussi di presenza diversificati durante l’arco dell’anno, che l’attività economica prevalente svolta dai Comuni del G20s è quella turistica esercitata in forma stagionale e che pertanto gli impatti economici della crisi da una parte sono rilevantissimi già nell’immediato e dall’altra le persone e le imprese dovranno attendere un periodo ancora più lungo per poter beneficiare della ripresa.
Nelle prossime settimane i sindaci del G20s si attiveranno presso governo e ministri per chiedere con forza interventi economici e finanziari specifici per questo settore – il turismo balneare - per scongiurare il rischio di ritrovarsi a settembre con un intero sistema che sarà al collasso.
Fanno parte del G20 spiagge i Comuni di Arzachena, Bellaria-Igea Marina, Caorle, Castiglione della Pescaia, Cattolica, Cavallino Treporti, Cervia, Chioggia, Comacchio, Forio, Grado, Grosseto, Ischia, Jesolo, Lignano Sabbiadoro, Orbetello, Riccione, Rosolina, San Michele al Tagliamento, San Vincenzo, Sorrento, Taormina, Viareggio, Vieste.