Maiolo, appello per la chiesa Santa Maria di Antico: "Salviamola"

Ex assessore Sacchetta: "Uno dei luoghi più belli di tutta la Valmarecchia"

Chiesa di Antico (Maiolo)

“Lancio un appello a tutti gli enti e privati. Non possiamo fare crollare e disperdere simili gioielli. Nessuno ce lo perdonerà.”
Queste le accorate parole trasmesse tramite facebook dall’ex assessore del comune di Maiolo Leonardo Sacchetta.
Si. Perché versa in pessime condizioni, con parte del tetto della Chiesa già crollato, ci dice Sacchetta uno dei luoghi più belli e simbolo del comune di Maiolo e di tutta la Valmarecchia.
Si tratta della Chiesa e di quello che era un castello dei conti Oliva. I successori di quel primo Oliva, creato Conte da Ottone III nel 984 che come premio al valore dimostrato nella campagna al seguito di quell’imperatore, ebbe in premio il castello e lo chiamarono Antico e quel nome rimase. Le finestrelle in pietra, le feritoie, la torre, testimoniano la vetustà e la grazia di quel castello, sentinella avanzata sul Marecchia, che era la strada che da Rimini portava a Roma.
Negli anni, poi, è stato meta per tanti turisti e sede per i gruppi Scout. Una volta anche la Chiesa, era fruibile, poi, attaccata vi era la casa a tre piani con letti, cucina e bagni adatti per accogliere gli ospiti.
Il castello conserva una grazia del tutto particolare, è infatti uno dei punti più romantici del Montefeltro: "Tutta apre davanti a noi la sua magnificenza la vallata tagliata da quel drago addormentata dal cullar del mare”.
Oggi, la Chiesa è stata lasciata all’incuria del tempo. No. Non possiamo permettere che tutto crolli “urla la sua rabbia” Sacchetta. Perchè non trasformarlo in ostello per i viandanti? Perchè non trasformarlo in Osservatorio permanente sulla salute della Valle a disposizione delle guide ambientali escursioniste, gruppi scout? Non c’è bisogno di creare nulla di nuovo, ma ristrutturare. Perdendo simili gioielli andiamo ad impoverire un’interra Valle, la nostra storia, i nostri valori, i nostri ricordi per sempre. Questo l’accorato appello che Sacchetta rivolge alla Curia di Pennabilli, a tutte le istituzioni e privati.

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