Sono una trentina gli italiani residenti a San Marino che hanno fatto richiesta di aiuti economici allo Stato italiano tramite l'ambasciata perché in stato di indigenza a seguito dell'emergenza Coronavirus. Con la conversione in legge del decreto Cura Italia è stata data la possibilità di destinare 4 milioni a tutti gli italiani residenti all’estero, più uno alle attività consolari per la tutela del lavoro dipendente ma anche per le sanificazioni. Ma oltre a essere una «somma irrisoria rispetto ai numeri effettivi (sono oltre 5 milioni gli italiani iscritti all’Aire, quelli residenti a San Marino 14 mila di cui 9 mila con doppia cittadinanza e 5 mila con la sola italiana, certo non tutti in stato di necessità), Alessandro Amadei vicepresidente del Comites (Comitato degli italiani residenti nella repubblica) denuncia la mancanza di applicazione di tutti quegli aiuti economici quali i 600 euro ai lavoratori autonomi, i voucher, i prestiti agli imprenditori «agli italiani non residenti sul suolo italiano». Un corto circuito normativo che rischia di aprire una voragine.
Le richieste dei bisognosi italiani a San Marino sono state dirottate all’ambasciata per far partire la procedura di sussidio con la valutazione dell'idoneità delle singole richieste rispetto ai redditi dimostrabili. C’è da dire che lo stato di San Marino con il decreto 63 ha previsto uno specifico aiuto, chiamato “reddito minimo garantito” di 580 euro che attingendo a un fondo straordinario può essere destinato anche a questi residenti “stranieri”. «Chiediamo aiuto al Governo italiano affinché conceda questi benefici anche a noi che siamo italiani che viviamo all’estero».