Persone senza fissa dimora e migranti dimenticati dai decreti anti Coronavirus. È la denuncia che gli operatori e le operatrici di Casa don Gallo a Rimini e i volontari dell'associazione "Rumori sinistri" fanno a penne unite per rivendicare una «lotta al virus pensando anche ai diritti e alle tutele di tutte le vulnerabilità in campo».
Le due realtà scrivono «Da quando sono stati attivati i primi quattro Dpcm e le conseguenti ordinanze «non è mai stato stilato un protocollo di intervento a livello ministeriale per persone senza fissa dimora, 55 mila persone cui vanno sommate le migliaia di migranti fuoriusciti dai Cas e dagli Sprar per effetto dei Decreti sicurezza. Ci preoccupa che questa situazione possa lasciare ancora più ai margini le persone prive di diritti e senza casa, persone di fatto più esposte alle malattie a causa delle condizioni di deprivazione materiale che vivono quotidianamente che sono l’effetto di un sistema diseguale che va cambiato».
Si ricorda che «i primi effetti della diffusione del Covid-19 sono già da più di due settimane la chiusura dei dormitori, dei servizi docce, della distribuzione del vestiario, chiuse anche le mense che distribuiscono all'esterno solo cestini e le persone senza casa sono esposte così h24 alle intemperie».
Martedì mattina c'è stato un incontro in Comune dove le due realtà, assieme a Caritas, Giovanni XXIII, Croce Rossa e amministrazione è stato il punto proprio di questa situazione esplosiva. «Abbiamo proposto di attivare una cabina di regia di gestione sociale dell'emergenza sanitaria per chi è senza casa, capace di dare risposte efficaci e rapide a questa situazione che si protrae già da tempo senza linee guida comuni». È stato inoltre chiesto di «potenziare i finanziamenti e la rete dei progetti dedicati, perchè come per il Servizio sanitario e i fondi all'assistenza per le disabilità anche i progetti sociali e le politiche abitative hanno subìto ingenti tagli a favore della rendita e speculazione edilizia o ad interventi spot e di stampo assistenziale.
A Casa don Gallo sono state debitamente informati tutti gli ospiti, anche in lingua, e già dall'8 marzo la presenza degli operatori e degli attivisti è limitata alle necessità inderogabili; sportelli d'ascolto del progetto Help/Oltre la strada sono temporaneamente sospesi.
Sono 39 gli abitanti attualmente assistiti fra cui un dializzato, molte persone con cardiopatie, diverse malattie croniche e persone con distrurbi etnopsichiatrici ma anche perchè crediamo che nessuno debba rimanere solo o sola in questo momento. Lo spazio diurno è accessibile solo agli abitanti e a tre persone fra cui due donne in particolare condizione di vulnerabilità.