C’era da aspettarselo un epilogo così anche se il presidente Giorgio Grassi si era ripromesso di tenere duro quest’anno dopo il tourbillon di panchine della precedente stagione. Ma non poteva esser una stagione normale. Lo si era capito subito. E’ l’epilogo triste dell’innamoramento estivo con Massimo Nicastro, l’imprenditore italo americano di cui Grassi si era infatuato digerendo in un colpo solo, Nicola Penta, il nuovo tecnico Renato Cioffi, e il direttore sportivo Rino D’Agnelli, il trio che aveva lavorato assieme già a Mantova. Via tutti o quasi i giocatori che erano arrivati portati - o che erano stati prenotati -da Sandro Cangini di concerto con mister Mario Petrone, e alcuni che sarebber rimasti – vedi Alimi -: un ribaltone che ha prodotto una rosa male assortita, con un numero insufficiente di under, inutilmente ricca in certi reparti (sei attaccanti, Petrovic e Bellante di fato mai utilizzati), povera anche di qualità in altri (centrocampo), con troppe scommesse. La classifica, il rendimento esterno insufficiente, i numeri che condannano comunque li giri, le espulsioni in gran numero, sono la fotografia di mesi turbolenti. Le prossime cinque partite (Padova, Piacenza e Imola - prima gara di ritorno – in trasferta, Ravenna e Triestina in casa) potrebbero già essere decisive per capire se i biancorossi saranno in grado di poter raggiungere la salvezza senza passare dai playout. Buona fortuna, Rimini.