Coriano: la Petroltecnica può riprendere a lavorare

Dopo cinque mesi, grazie a pronuncia del Consiglio di Stato

Sede Petroltecnica

La Petroltecnica dopo cinque mesi può riprendere a lavorare. Il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere la decisione dal Comune di Coriano di sospendere le attività della Petroltecnica spa e della collegata Rovereta srl, aziende che si occupano di bonifiche ambientali e smaltimento rifiuti. In una nota la dirigenza delle due società ha reso noto di aver ottenuto negli ultimi giorni due "pronunciamenti favorevoli" dell'organo di giustizia amministrativa: in uno ha respinto il ricorso del Comitato d'Area di Cerasolo (già peraltro respinto davanti al Tar) contro Arpae" che non aveva annullato l'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) per la Rovereta srl; e nell'altro "ha accolto la richiesta di sospensiva delle ordinanze comunali". Tre le ordinanze del Comune di Coriano per bloccare l'attività delle due ditte; la prima, di 45 giorni per motivi ambientali e di salute pubblica risale al 5 maggio, lo stesso giorno inoltre in cui era stato notificato il dissequestro dell'impianto da parte della magistratura, disposto in seguito ad un'attività del nucleo ambientale dei carabinieri. La seconda e terza ordinanza di sospensione sono invece motivate per questioni di agibilità e risalgono all'8 e al 28 maggio. "Questa situazione è a nostro giudizio profondamente ingiusta e assurda – si legge nella nota della Petroltecnica – I rifiuti che noi trattiamo (terreni e acque inquinati prevalentemente da idrocarburi) non potrebbero, neanche se lo volessimo, arrecare danni all'ambiente né alla salute umana. Le difformità edilizie che ci vengono contestate, inoltre, riguardano sostanzialmente delle destinazioni d'uso, a fronte di una completa conformità sotto il profilo delle certificazioni statiche, idrauliche, sismiche". "Uno stop alle attività di cinque mesi ha gravemente compromesso la nostra possibilità di sopravvivenza e quella di 300 famiglie", dice ancora l'azienda. Al momento quindi solo una parte residuale dell'impianto resta sottoposta ad un provvedimento della magistratura.

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