Lo sportello di Rimini di avvocato di strada Onlus chiede ai comuni della Provincia di Rimini di istituire la via fittizia al fine di poter dare residenza a chi non ha sistemazione stabile, ma vive di fatto nel territorio di un comune o è nato in esso. Avvocato di strada cita il caso di Usha, una donna che si è rivolta all'ufficio anagrafe del comune di Cattolica, assistita da una volontaria della Caritas, per richiedere la residenza nella via fittizia, ma ottenendo come risposta di rivolgersi a un altro comune. "L'iscrizione anagrafica delle persone senza dimora non è una concessione da parte dell’amministrazione, ma un sacrosanto diritto da parte di colui che si trova sul territorio di quel Comune!", spiegano in una nota i responsabili dello sportello di Rimini di avvocato di strada. La possibilità di ottenere la residenza è condizione all'accesso a una serie di diritti fondamentali: l'accesso al Servizio Sanitario Nazionale e agli strumenti di welfare come il reddito di cittadinanza, ma anche la possibilità di esercitare il diritto di voto: "Sebbene moltissimi Comuni in Italia oppongano ancora resistenza all’istituzione della via fittizia, tale adempimento costituisce un preciso obbligo giuridico per le amministrazioni, come ha chiarito l’Istat nel lontano 1992". A parte Rimini, che aveva già istituito la via fittizia, quattro comuni hanno provveduto dopo la prima richiesta inoltrata da avvocato di strada Onlus (Bellaria, Misano, Riccione e Santarcangelo), altri quattro hanno protocollato la richiesta, nessuna risposta da 16 comuni. "Per quanto ci riguarda, porteremo avanti tutte le iniziative opportune per assicurare che i diritti di coloro che vivono in strada e privi di una residenza ricevano la massima tutela. Sui diritti degli ultimi non si gioca al risparmio", chiosa la nota.