Rimini Yacht, in appello il ‘ribaltone’: tre finanzieri assolti, prescrizione per il quarto

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'Ribaltone' in appello nel processo ai finanzieri accusati a Bologna di aver ricevuto soldi, cene o regali per addomesticare una verifica fiscale alla Rimini Yacht, la società di Giulio Lolli, fallita, e al centro di varie vicende giudiziarie. Lolli, a lungo irreperibile, è detenuto in Libia per terrorismo. Il collegio di secondo grado, presieduto da Orazio Pescatore, ha assolto per non aver commesso il fatto il tenente colonnello Enzo DiGiovanni, difeso dagli avv.Salvatore Tesoriero e Alessandro Gamberini e i marescialli Luigi Giannetti e Felice Curcio, (avv.Marcus Wiget e Luciano Bertoluzza), e ha dichiarato prescritto il reato per il tenente colonnello Massimiliano Parpiglia, (avv.Nicola Mazzacuva). Parpiglia e Digiovanni erano stati condannati a 5 e 4 anni, mentre i marescialli a 3 anni. I giudici inoltre hanno inviato gli atti alla procura militari per l'ipotesi di collusione, dichiarando il difetto di giurisdizione. Confermati invece tre anni per bancarotta a un commercialista indagato. I fatti risalgono al periodo tra l'autunno 2008 e il maggio 2009. La Procura generale aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado per tutti gli imputati. Secondo l'accusa, sotto la direzione di Lolli e dell'ex generale della Gdf Angelo Cardile (che si uccise durante una perquisizione), Parpiglia, Digiovanni e i marescialli Giannetti e Curcio, in concorso con il commercialista, per ammorbidire la verifica accettarono la promessa di ricevere tra i 200mila e i 300mila euro e ne ricevettero poi almeno 100mila, più cene in locali di pregio e un orologio Cartier da 7.300 euro, trovato in possesso di Parpiglia. Per le stesse accuse Lolli patteggiò una pena di quattro anni e quattro mesi. 

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