L'essersi presentati sotto casa di due ragazze magrebine, con una molotov artigianale, è costato caro a due bellariesi, un 35enne e un 55enne. Per fatti avvenuti nel 2015, sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi, con le accuse di detenzione di arma impropria, con potenziale fine terroristico, nonché minacce e percosse. La gelosia provata verso le ragazze, in passato ospiti dei due imputati ma non legati a loro da relazioni sentimentali, li ha spinti anche ad alzare le mani verso di loro, pur senza provocare lesioni. Fino alla sera in cui si sono appostati all'esterno della nuova abitazione delle giovani, molotov in mano, una bottiglia di birra con stoppino e benzina. La sentenza di Primo Grado ha però assolto i bellariesi, difesi dagli avvocati Luca Nebbia ed Erica Vasini, dall'accusa di atti persecutori. Su quest'assoluzione ha pesato la testimonianza delle due giovani magrebine, che hanno spiegato di non aver avuto mai intenzione di cambiare casa o numero dei telefoni, di non essere state quindi a cambiare le proprie abitudini di vita, come invece accade tristemente in casi di stalking.