L’autoscuola Tavoloni a tutto gas, 50 anni dopo è ancora in pista: ‘Ora insegno il codice della strada agli stranieri’

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Cinquant'anni a insegnare partenze, precedenze, manovre in retromarcia ai suoi 'bimbi' e alle sue 'bimbe', così infatti ha sempre chiamato gli allievi dell'autoscuola e non importa se siano neo-maggiorenni, ancora in attesa di entrare nel mondo del lavoro, o persone più grandi. Giuseppe Tavoloni, originario di Camerino, è un'istituzione a Villa Verucchio. L'autoscuola Tavoloni oggi è gestita in prima persona dal figlio Marco, ma a 73 anni Giuseppe non rinuncia a sedersi sul lato passeggero e a macinare km con gli aspiranti patentati, nel traffico della Marecchiese e nelle curve immerse del verde di Verucchio, non facendo mancare aneddoti sulla sua vita e sulle sue terre, le amate Marche e Romagna. Nel settembre 2018 l'esperto istruttore festeggerà 50 anni di attività, avendo iniziato a fare scuola guida nel 1963, a Camerino. A Villa Verucchio l'autoscuola Tavoloni ha aperto i battenti il 9 febbraio 1971: l'automobile in dotazione era una fiammante Simca 1000. Da allora sono trascorsi 47 anni e nonni, babbi e figli, tre generazioni di cittadini del Comune di Verucchio hanno conseguito la patente grazie agli insegnamenti di Tavoloni. A proposito di generazioni, Tavoloni Junior ha seguito le orme del padre: capello lungo, musicista (la musica rock non manca mai come sottofondo durante le guide), meticoloso come Giuseppe nel suo lavoro, tuttavia – dice Marco – più paziente del genitore di fronte agli errori degli allievi. In realtà, Giuseppe Tavoloni è ugualmente calmo e comprensivo, sa bene che l'istruttore deve dare certezze all'apprendista automobilista, cercare di capirne i punti deboli e lavorarci sopra. Ma ovviamente c'è qualcosa che gli fa perdere la pazienza: "chi non ascolta e fa sempre di testa sua, anche se gli dici le stesse cose una decina di volte". Però Tavoloni Senior rassicura: "La pazienza ce l'abbiamo, chi viene qui deve imparare". Con il passare degli anni si sono avvicendati tanti aspiranti patentati e oggi c'è anche una nutrita rappresentanza di cittadini stranieri. Prendere la patente e studiare il codice della strada italiano rappresenta per loro un momento importante nel processo di integrazione che li vede protagonisti, ma non mancano gli ostacoli: "Sì, vero, talvolta si confondono con le parole, ad esempio con i termini sufficiente e insufficiente, maggiore e minore", spiega "mastro" Tavoloni. Per questo la sua autoscuola ha deciso di riservare ore di lezioni teorica solo ai cittadini stranieri, per poterli aiutare nell'apprendimento e superare le barriere linguistiche. Lezioni tra l'altro sempre più multimediali, non cambiano infatti solo le automobili, ma tutte le tecnologie si sviluppano. E chissà che tra qualche decade gli aspiranti patentati non siano assistiti nelle guide da un istruttore robot. Per quelli della Valmarecchia immaginiamo però il rammarico dei loro nonni. Racconteranno ai nipoti del signor Giuseppe, del suo "piano, piano, piano" detto con voce pacata all'allievo con il piede un po' troppo pesante sull'acceleratore, dei "trucchi" del mestiere che conosceva alla perfezione, delle fermate inaspettate, perché non voleva dimenticarsi della torta di compleanno per festeggiare uno dei suoi cari. Racconteranno del suo sorriso, il sorriso a raccontare la felicità e la soddisfazione di chi ha fatto del lavoro il suo più grande divertimento.

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