Due riminesi, Mirco Bettini e Stefano Trovanelli, hanno partecipato dal 3 al 10 marzo al Tuareg Rallye, una competizione internazionale che si svolge nei deserti del Nord Africa. Vi prendono parte moto, quad, auto e camion. Oltre 100 equipaggi in gara, a cui si aggiungono assistenza meccanici e accompagnatori, che formano una carovana di circa 300 persone al seguito dei piloti, un "villaggio" che ogni giorno si sposta a seconda delle tappe della gara. La difficoltà del Tuareg Rallye, 2000 km in sette giorni, è anche data dalla segretezza del percorso, che il pilota conosce direttamente durante la gara, su una striscia di carta che scorre su una scatola piazzata sul manubrio, con il supporto di strumentazioni elettroniche e satellitari. Vince il pilota più veloce e preciso; lungo il percorso ci sono dei controlli orari che fanno classifica e dei controlli di passaggio segreti che, se saltati, danno luogo a pesanti penalizzazioni. Buone le due prestazioni dei piloti riminesi: Mirco Bettini, verucchiese d'adozione, in sella alla sua moto è tra i 27 piloti al traguardo della sua categoria e sale sul gradino più alto del podio nella classifica Expert e della Over50, con tre vittorie di tappa. Arriva al traguardo, 23esimo, anche Stefano Trovanelli.
Il racconto di Mirco Bettini
"Moto e Africa sono le mie passioni e dopo una lunga assenza dalle gare, quattro anni fa ho deciso di iscrivermi al Tuareg Rallye. Con grande soddisfazione, mi sono trovato ai vertici della classifica. Il primo giorno di gara abbiamo percorso oltre 400 km, dalle montagne innevate dell’Atlante alle pianure desertiche in piena tempesta di sabbia. Tanti i piloti attardati per vari motivi. Ogni giorno è una lotta; chi mi segue vuole superarmi e chi è ormai fuori gara per le penalità, vuole vincere una tappa. Le mie vittorie di tappa sono 3 su sette di cui una per soli 8 secondi, in un duello di 130 km gomito a gomito. Le ultime tre tappe cerco di amministrare il vantaggio e lo stress e rinuncio alla battaglia per la vittoria di tappa per non compromettere la vittoria finale. L’ultimo giorno, ogni pietra mi sembra sembra un masso, ogni buca una voragine, ma finalmente vedo le bandiere di fine speciale. Gli anni passati avevo conseguito buoni piazzamenti, ma commesso anche qualche errore di troppo. Quest'anno la gara perfetta!".