L'artista senza mani che dipinge fantastici quadri: l'incredibile storia di Leardo, centralinista all'ospedale di Novafeltria

Senza mani ma non senza talento. Si può riassumere così la storia di Leardo Piscaglia, classe 1955, di Talamello, centralinista all’ospedale di Novafeltria, ma soprattutto pittore. La vita del signor...

A cura di Redazione
28 gennaio 2018 05:24
L'artista senza mani che dipinge fantastici quadri: l'incredibile storia di Leardo, centralinista all'ospedale di Novafeltria -
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Senza mani ma non senza talento. Si può riassumere così la storia di Leardo Piscaglia, classe 1955, di Talamello, centralinista all’ospedale di Novafeltria, ma soprattutto pittore. 

La vita del signor Leardo sembrava essere partita sotto i peggiori auspici: nato senza le mani e parte degli avambracci, sembrava destinato a un’esistenza da disabile. Invece, fin da bambino Leardo ha rifiutato questa etichetta e con tenacia e determinazione ha imparato a fare ogni cosa solo con i moncherini che la natura aveva a lui riservato. Contro il parere dei genitori che lo volevano mettere in un istituto, è andato alla scuola pubblica, e ha imparato a scrivere e poi, da grande, anche a dipingere. Nel 1975 frequentava Casa Betania, un centro diurno per disabili gestita dalla Papa Giovanni XXVIII e una volontaria si accorse del talento del giovane Leardo, spingendolo a realizzare quadri e a mettere a frutto le sue capacità. Leardo vendette il suo primo quadro durante una settimana bianca in montagna e da lì cominciò la sua carriera da pittore autodidatta. Nel 1977 arrivò il primo riconoscimento ufficiale, con una medaglia di argento alla sua prima mostra e già nel 1980 fu nominato accademico benemerito dall’Accademia universale di arti figurative di Roma.  I suoi quadri raffigurano principalmente paesaggi della Valmarecchia o scene di caccia, altra grande passione di Piscaglia, insieme alla pesca, entrambe praticate senza limitazioni. 

Piscaglia ha girato l’Italia con i suoi dipinti in lungo e in largo, ottenendo premi e riconoscimenti fino a diventare nel 1988 consigliere permanente e docente onorario all’Europa University di Bologna, e fra un quadro e l’altro ha anche trovato il tempo di sposarsi e avere una figlia. Quello che la natura ha tolto al signor Leardo fisicamente, glielo ha restituito in tenacia , grinta, voglia di vivere e talento. Un grande insegnamento e una grande testimonianza di vita in un mondo in cui la perfezione fisica spesso vale più di ogni altra cosa. 

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