La ragazza che si gettò nel lago di Andreuccio, forse non è una leggenda

NULL

NULL

La storia che ci hanno sempre raccontato, quando da bambini portavamo ad abbeverare le greggi nel “Lago di Andreuccio”, allora poco più di una pozza d’acqua, ricorda un abitante del luogo Leonardo Sacchetta era quella di stare in silenzio ed ascoltare quella dolce voce che in continuazione chiamava sempre lo stesso nome: Andreuccio, Andreuccio.

Per anni, in tanti, giurano di avere di avere sentito dalle rive del Lago evocare questo nome.  Alcuni pensano che sia solo una leggenda, altri sono convinti che il tutto sia veramente accaduto.

Siamo nell’anno 1300, il territorio di Soanne e Scavolino dove si trova il lago, era sotto il dominio del conte Evaristo di Carpegna. Evaristo aveva una bellissima e incantevole figlia chiamata Elisabetta. Quando da Carpegna andavano in vacanza a Soanne e Scavolino, Elisabetta amava passeggiare fino al lago. Un giorno incontrò Andreuccio, un giovane e bel pastorello che portava in quel luogo ad abbeverare il gregge. Bastò uno sguardo ed i due ragazzi si innamorarono. Quando lo seppe, il padre Evaristo, diede ordine di uccidere Andreuccio. Elisabetta, si recò sulla riva del Lago e chiamò Andreuccio con tutta la forza della sua voce, poi dal dolore si gettò nel lago.

Nessuno può affermare con sicurezza se ciò è veramente accaduto, anche se tutti i personaggi fanno parte della storia documentata, ma chi si reca alla sera, quando incomincia a fare buio, lungo la riva del Lago, stando in silenzio, udirà questa dolce voce: Andreuccio, Andreuccio.

Rispondi

Scopri di più da altarimini.it

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading